nette differenze
Polemica sull’Anpi: “La resistenza in Ucraina è diversa dalla nostra”. Con le armi reazione a catena apocalittica
"L'Anpi non è mai stata equidistante nella tragedia della guerra in Ucraina: siamo stati sin da subito dalla parte della nazione aggredita". Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dei partigiani, tenta di mettere un punto alle polemiche che hanno investito l'associazione a ridosso dello scoppio del conflitto in Ucraina. Polemiche frutto di "attacchi di una violenza e di una volgarità stupefacenti". Ma il presidente non ci sta e respinge ogni accusa al mittente: "Agli insulti non rispondiamo", taglia corto. "La rappresentazione che i media hanno dato dell'Anpi è per larga parte inventata", spiega. "Ho scoperto, a mia insaputa, di essere putiniano", e valuta querele per diffamazione. Pagliarulo approfitta della conferenza stampa 'Per un 25 aprile di Resistenza alla guerra', per cercare di chiarire ogni dubbio: "Quella ucraina è Resistenza", conferma. "Tuttavia sarebbe sbagliato identificare la Resistenza italiana con quella ucraina. La nostra - precisa - si è svolta in un contesto completamente diverso".
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Sull'invio di armi, il presidente Anpi resta sulle sue posizioni: "Non credo che oggi il modo più intelligente per aiutare la Resistenza ucraina sia quello di fornire delle armi", spiega sottolineando che sarebbe più opportuno "fare il possibile e l'impossibile per dar vita a un tavolo di negoziato, risolvendo la questione attraverso la diplomazia". Il rifornimento di armi in Ucraina - ribadisce - "rende difficile il ruolo di mediazione dell'Ue e mette a rischio di espansione il conflitto", creando così "una reazione a catena apocalittica". E rilancia l'appello di Papa Francesco a una tregua pasquale, condividendo il suo gesto di voler far portare la croce di una stazione della Via Crucis ad una famiglia ucraina e a una russa. La definisce "una bella cosa" e non esclude la possibilità di replicare il gesto alla manifestazione del 25 aprile.
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Per la festa della Liberazione "sono tutti benvenuti", assicura. Benvenuta anche la Comunità Ebraica di Roma, con la quale c'erano state polemiche a seguito del comunicato con cui l'associazione parlava del massacro di Bucha chiedendo "l'intervento di una commissione d'inchiesta di Paesi neutrali". Pagliarulo però storce il naso a un'eventuale presenza di bandiere della Nato ritenendole "inappropriate" in questa circostanza "dove dovremmo parlare di pace e la Nato non è un'associazione pacifista", conclude.