Le armi nucleari ci sono già, il generale Camporini svela la tattica di Mosca. Cosa succede al confine con la Finlandia
Nel complesso scenario della guerra in Ucraina l'attenzione del mondo si sposta al confine tra Russia e Finlandia e alla regione del mar Baltico, con l'intenzione di Helsinki di entrare nella Nato con la Svezia e le minacce di Mosca che sposta truppe ai limiti del proprio territorio e annuncia di rafforzare le difese nucleari. A commentare le grandi manovre nel nord Europa che rappresentano un ulteriore innalzamento del livello di attenzione del conflitto è il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggior dell'Aeronautica militare.
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Per leggere l'attualità dobbiamo affidarci alla storia, è il pensiero affidato dall'alto ufficiale a L'aria che tira, la trasmissione di La7, giovedì 14 aprile. "La Carelia è stata 'mangiata' da Stalin che non era riuscito a sconfiggere la Finlandia e dovette accontentarsi. Allora ci fu una pulizia etnica e oggi quella regione è abitata da russi. La storia è questa e tende a ripetersi", afferma il generale. "Il timore che ogni conquista russa si trasformi in pulizia etnica e immigrazioni forzate ce lo dice la storia. Noi crediamo di averla esorcizzata ma non è così", è il commento di Camporini.
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Tornando all'oggi, qual è la reale situazione nel Baltico? Dmitrij Medvedev, presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa e già presidente di "fiducia" di Putin, ha parlato di rinnovata nuclearizzazione della regione. "Francamente non capisco, in Scandinavia c'è la Norvegia che è membro non nucleare della Nato che non mette a disposizione le sue basi per questo tipo di armamenti, quindi non vedo il motivo di un cambiamento. Ma della Scandinavia fa parte anche quella coda settentrionale della penisola di Kola (territorio russo, ndr) che guarda sulla base di Arcangelo, che è la base di tutti i sottomarini nucleari russi. Quindi da questo punto di vista la nuclearizzazione di quel quadrante geografico esiste già, ed esiste perché a causa dei russi".