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Una Russia senza Putin, la frase sibillina di David Petraeus. "Tutti i leader...." cosa scappa all'ex capo della Cia

Luca De Lellis
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La paura per l’escalation di attacchi all’Ucraina da parte dell’esercito russo è più forte che mai. Soprattutto dopo l’affidamento di Mosca delle operazioni militari al generale Aleksandr Dvornikov, scelto come comandante unico. Durante la puntata di lunedì 11 aprile, è intervenuto al programma condotto da Nicola Porro su Rete 4, “Quarta Repubblica”, l’ex direttore della Central Intelligence Agency (CIA) David Petraeus, ora ascoltatissimo consulente. Intervistato nel servizio di Maria Luisa Rossi Hawkins, ha espresso le sue preoccupazioni per l’andamento futuro: “Ci aspetta un momento molto difficile. Per la prima volta c’è un solo generale al comando dell’invasione russa. Prima ce ne erano troppi, che litigavano con Mosca per le risorse e le priorità. Ma questo è un personaggio dai trascorsi molto preoccupanti. Lo chiamano ‘il macellaio della Siria’ per la campagna del 2016, quando bombardò e di fatto massacrò la popolazione di Aleppo”.

 

Non solo, il generale teme che osserveremo “altre azioni come quella della stazione del treno (di Kramatorsk, ndc), già avvenuta sotto il suo comando, dove sono morti 50 civili. Vedremo la distruzione di villaggi, di piccole città che si interpongono all’offensiva russa. Nell’area dove si combatterà non ci sono grandi città come Kiev, e per i russi sarà più facile avanzare senza l’opposizione della guerriglia urbana che li ha costretti a ritirarsi”.

 

La giornalista gli domanda se può essere fatto un parallelo tra le stragi di Bucha e Borodyanka, rispetto al massacro avvenuto nel 1995 a Srebrenica, quando la Nato decise di intervenire nella ex Jugoslavia: “Non penso che ci troveremo di fronte ad un unico galvanizzante come quello del 1995, che di fatto ha costretto gli Stati Uniti ad intervenire con bombardamenti che sono serviti a portare la Serbia al tavolo dei negoziati. Ci saranno tante altre Bucha, perché quello non è stato un errore, ma è il modus operandi dei russi. Le atrocità si moltiplicheranno”.

Una possibile azione nucleare da parte dei russi porterebbe secondo Petreaus ad una “reazione durissima della Nato”. Inoltre, afferma l’ex comandante dell’esercito statunitense in Iraq, “Non posso pensare che a quel punto ci saranno paesi che si asterranno da un voto di condanna all’ONU o da un’azione contro la Russia”. A conclusione del suo intervento, si esprime così riguardo ad una possibile giustificazione dell’invasione Russa dovuta all’espansione della Nato oltre i propri confini: “In passato alla Nato abbiamo cercato di coinvolgere i russi ostinatamente con una serie di incontri. Per sedare le loro preoccupazioni. Ma alla fine hanno preferito seguire Putin, un uomo che identifica la dissoluzione dell’Unione Sovietica la tragedia più grande del 21esimo secolo”. 

 

La giornalista infine chiede a Petraeus se l'intelligence americana sta lavorando all'opzione di un "Russia senza Putin". "Se ci stessimo pensando non condividerei i piani con lei...", ammette l'ex capo della Cia che in conclusione lancia una frase sibillina: "Ma alla fine tutti i leader abbandonano la scena". 

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