sospetti e propaganda

Quarta Repubblica, il sospetto di Toni Capuozzo sul missile di Kramatorsk: ma farsi domande è rischioso...

A Quarta Repubblica vengono trasmesse le drammatiche immagine della strage di Kramatorsk, avvenuta l'8 aprile scorso, quando un Tochka-U, missile balistico a corto raggio, ha colpito la locale stazione ferroviaria uccidendo numerosi civili ucraini che cercavano di lasciare la città. Nella puntata di lunedì 11 aprile Nicola Porro chiede a Toni Capuozzo, veterano degli inviati di guerra finito al centro di un'aspra polemica per i dubbi sulla ricostruzione del massacro di Bucha, altro eccidio visto nella guerra tra Russia e Ucraina, un commento. 

 

Per il giornalista si tratta di "una strage orrenda" che ha colpito "civili che stavano cercando di scappare. Le altre domande preferisco non farmele, è rischioso farlo" è il commento amaro del giornalista accusato di essere filo-russo e filo-Putin. Ma Capuozzo qualche domanda se la fa anche in questo caso: "Ho visto che i numeri scritti sul motore del missile che è rimasto secondo alcuni in rete sembrano rimandare a depositi ucraini, o che sono simili a un missile ucraino che ha colpito a Donetsk, in mano ai secessionisti. Ma vedo che la grande informazione dà per scontato che sia un missile russo, meglio non farsi domande...". 

 

Porro sottolinea che un giornalista non può essere silenziato da "quattro pazzi" sui social. "Siamo già arruolati. Quando uno inizia a disumanizzare il nemico, e non ci si pone più il problema" di stabilire la verità su un missile o su una strage, è segnale che il clima è irrespirabile, èi il pensiero del giornalista. "Sei filo-Putin se poni dubbi, sei il  sabotatore del clima, difendi un nemico che sgozza ee che uccide, e vuoi negare i carri armati agli ucraini". Insomma, in questo clima bisogna dire che è un missile sicuramente russi perché i russi fanno queste cose, riassume in un paradosso Capuozzo. Ma "la propaganda esiste su tutti i i lati. I russi la fanno perché ce l'hanno nel Dna", ma anche l'Occidente non scherza. Basti pensare che Ursula Von Der Leyen, ricorda il giornalista, ha detto in tutti i modi che bisogna aiutare l'Ucraina a vincere la guerra.  

 

Interviene nel dibattito Alessandro Sallusti, direttore di Libero. "L’accertamento della verità è fondamentale per noi occidentali. Lo sapremo chi ha lanciato quel missile, ma la risposta a questa domanda non deve cambiare di un millimetro il fatto che questa è una guerra dichiarata da Putin e abbiamo il dovere di difendere l'Ucraina. Poi possono esserci criminali di guerra anche tra gli ucraini e saranno processati, ma è come non credere in dio se scopri che il prete è pedofilo", è il ragionamento di Sallusti. 

Ma l'amarezza di Capuozzo è troppo grande e sottolinea alcuni aspetti. Il primo è che nella grande informazione c'è il trionfo di una sola verità, e che su Bucha ha dovuto ingoiare accuse di negazionismo solo per aver posto dei dubbi con prove documentali. E sul missile di Kramatorsk rilancia: "La Nato sa perfettamente da dove è partito".