mix di omicron
Le varianti Xe e Xj colpiscono anche i vaccinati e chi ha già avuto il Covid, macigno sull'estate
Il mix combinato delle varianti Xe e Xj preoccupa e gli scienziati si interrogano sulle conseguenze. Le "sorelle" di Omicron sono più contagiose? Possono bucare i vaccini anti-Covid, con la terza dose fatta ormai mesi e mesi fa dalla maggior parte della popolazione? Innanzitutto, le due "chimere" della variante più diffusa sono nate dall'infezione simultanea da ceppi diversi, spiega Mauro Pistello, vicepresidente della società italiana di Virologia e professore a Pisa: "Se i due virus infettano la stessa cellula è possibile che si scambino informazioni genetiche. Un pezzettino di uno si mescola con l'altro e nasce una molecola ibrida. Il ricombinante avrà proteine di entrambi i virus".
Non si tratta di varianti in senso stretto, spiega a Repubblica, ma "di fatto" lo sono. Il timore è che nasca un virus più pericoloso: "Sarebbe preoccupante se lo scambio avvenisse all'interno della proteina Spike, verso la quale siamo immunizzati e vaccinati", spiega Pistello, "La cosa peggiore, inoltre, sarebbe che a infettare la stessa cellula fossero due varianti diverse, come appunto Delta e Omicron. Ma vediamo che nella circolazione del virus di solito una variante scalza molto rapidamente quella precedente, della quale non restano più casi".
Xe e Xj sono state isolate rispettivamente nel Regno Unito e a Reggio Calabria ma "in pratica sono uguali, solo il punto di ricombinazione è leggermente diverso. Per ora registriamo un fenomeno che si verifica anche con altri virus ma che non porta a un impatto importante. Finché si ricombinano delle sottovarianti, come Omicron 1 e 2 cambia poco".
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Fausto Baldanti, direttore di virologia e microbiologia del San Matteo di Pavia afferma che sul presunto aumento della contagiosità con queste forme del virus, che viene ipotizzato del 10 per cento, pesano diversi fattori. "Il primo è che la variante o sottovariante tende a sfuggire alla barriera immunologica derivante dalla risposta dopo l'infezione naturale o dopo la vaccinazione e quindi il contagio si diffonde in una popolazione di persone vaccinate - spiega l'esperto - Il secondo riguarda l'affinità del legame tra il virus e il suo recettore cellulare umano". Con Omicron, fortunatamente, questo legame avviene "un po' meno bene, e quindi il virus raggiunge meno frequentemente le basse vie respiratorie". Più contagiosità, ma malattia meno grave. Restano più protetti dalla malattia grave i cittadini che hanno avuto un ciclo completo di vaccinazione.