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Addio al turismo dalla Russia? Ecco la ricetta della Costa Smeralda per sostituirli

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Valentina Conti
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Mancheranno i turisti russi a cause delle conseguenze del conflitto in Ucraina? In Italia certamente sì. A dettare la linea è la contrazione del mercato turistico sull’asse Mosca-Roma. Ma in Costa Smeralda si sta già lavorando alle necessarie contromosse. La strategia anti-crisi è potenziare i mercati già consolidati: quello arabo, americano, svizzero, nord europeo e, ovviamente, quello italiano. Una previsione in controtendenza rispetto alle analisi del mercato turistico nel resto d’Italia. A Rimini, per dire, si preparano amaramente ad una nuova stagione senza turisti russi, già messi in fuga dal Covid e ora dalle sanzioni per l'invasione dell'Ucraina. Nel 2019 ne erano arrivati 97mila e avevano rappresentato oltre il 50% del turismo estero.

 

 

Diversa, invece, la previsione di Paolo Costi, global luxury specialist, ed esperto soprattutto nel settore della compravendita e nella locazione di immobili di pregio in Costa Smeralda. “Già nel 2008 il mercato immobiliare e turistico sardo si era contratto e abbiamo subìto una crisi con un abbassamento dei prezzi del 30%”, spiega l’immobiliarista. “Poi, la medesima problematica si è ripetuta con il Covid, tanto che pensavamo che sarebbe stata una tragedia. Invece, in particolare in Sardegna, il mercato immobiliare, grazie ad una adeguata e strategica politica dei prezzi, ha mantenuto la sua stabilità. Anzi, in alcuni casi abbiamo generato dei numeri davvero interessanti, lavorando moltissimo con i turisti italiani sia di alto sia di medio potere d’acquisto”. Ma quanto vale il turismo russo per l'Italia? I numeri sembrano implacabili.

 

 

Nel 2019, prima della crisi Coronavirus, il turismo russo in Italia generava circa 1,7 milioni di arrivi e 5,8 milioni di presenze, con una spesa stimabile sui 2,5 miliardi di euro. Eppure, la Costa Smeralda, sembra poter reggere questo impatto apparentemente insanabile. “I russi sicuramente ci mancheranno, questo non possiamo negarlo”, chiarisce Costi. “Soprattutto – prosegue - ci mancheranno gli oligarchi che sono in grado di spendere anche 250 milioni di euro in un mese, creando un indotto in termini occupazionali e commerciali. Ma, fortunatamente, abbiamo un turismo internazionale che sembra andare a compensare. Siamo in grado di attrarre pure altre tipologie di ricchi disposti ad investire in Costa Smeralda, sia nell’acquisto sia nella locazione”. “I russi – conclude Costi - verranno sostituiti da altri acquirenti, italiani compresi, perché continua ad esserci una forte domanda proveniente da tantissime parti”.

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