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Torino, arrestato l'ecoterrorista con il reddito di cittadinanza: "Membro della Its sudamericana"

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Christian Campigli
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Federico Buono. Di nome, ma non di fatto. Almeno secondo la tesi accusatoria, che lo descrive come un eco-terrorista. Il quarantaseienne è stato arrestato questa mattina a Torino. Gli inquirenti lo accusano di essere uno degli elementi di spicco della formazione “Individualists Tendiendo a lo Salvaje I.T.S.”, uno dei gruppi terroristici più attivi nel mondo e, in particolar modo, in Sud America. “Viviamo in un incubo tecnologico, vogliamo uccidere e mutilare i ricercatori che attentano alla purezza della natura selvaggia”: questo il loro surreale slogan, col quale si sono resi tristemente famosi ai quattro angoli della Terra.

I terroristi avrebbero organizzato e portato a termine oltre cento attentati, in numerose località sparse per il globo, ai danni di persone e strutture ritenute simboli della civilizzazione (università, apparati di comunicazioni, mezzi di trasporto e anche chiese). 

L’ordinanza di custodia cautelare, decisa dal giudice per le indagini preliminari del capoluogo piemontese, è stata eseguita dalla polizia, nel quadro dell'operazione denominata "Misantropia". Gli uomini in divisa hanno provveduto anche al sequestro preventivo del sito www.maldicionecoestremista.altervista.org. 

Al presunto malvivente viene contestato il reato di associazione per delinquere con finalità di terrorismo, ex art. 270 bis del codice penale. Buono, che combatteva il sistema ma poi lo usava per il proprio sostentamento, percepiva ogni santo mese il reddito di cittadinanza. Era già finito nei guai una decina di anni fa, quando, durante una perquisizione, era stato trovato con uno zaino pieno di ordigni incendiari a Milano. Venne assolto da quell'accusa nel dicembre 2011, durante un processo nel quale l'anarchico rifiutò l'assistenza di un avvocato. Buono sarebbe anche il gestore di una sorta di macchina virtuale presente nel dark web, che consentiva ai quattro leader del gruppo di collegarsi, organizzare attentanti, mantenendo il più totale anonimato e restando comodamente seduti nei propri appartamenti in Brasile, Argentina, Cile e Messico. Il nome dell'operazione, Misantropia, è legato alle abitudini del quarantaseienne: non aveva amici, detestava i luoghi affollati e si vestiva in modo anonimo.

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