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Putin, spunta il dossier dei servizi segreti dopo il vertice a Roma: "Tutto entro un mese"

Giada Oricchio
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La Russia ha invaso l’Ucraina, il Paese resiste dal 24 febbraio e difende la sua libertà con le unghie e con i denti anche se il presidente Volodymyr Zelensky, questa notte, è tornato a chiedere più aerei e sistemi di difesa per non perdere Mariupol lamentando la lentezza delle forniture (“Chi guida la comunità euro-atlantica? Mosca attraverso l'intimidazione?”).

Ma dietro le quinte di questo folle scenario bellico cosa sta accadendo? Il quotidiano Repubblica ha rivelato una riunione tra i capi dei servizi di sicurezza a Forte Braschi, sede dell’Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterni. Lo scopo è arrivare in posizione di forza al 9 maggio “quando Putin tenterà di rivendicare i (pochi) successi sul campo in occasione della parata sulla piazza Rossa di Mosca per la sconfitta della Germania nazista per opera, anche, dell’Armata rossa”.

Contrariamente a quanto pianificato, le truppe della Federazione russa si sarebbero impantanate tanto che il Ministero della Difesa ha fatto sapere che “l’obiettivo è il Donbass, non tutta l’Ucraina”.

Secondo Repubblica, all’incontro dei servizi segreti erano presenti William Burns, capo della Cia, Richard Moore, capo del britannico Secret Intelligence Service, Bernard Émié, direttore della francese Dgse, il tedesco Bruno Kahl, presidente del Servizio federale per le informazioni e Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise.

Il quotidiano riporta anche un virgolettato non attribuito: “Proveranno a raccontarla come una vittoria, ma in realtà tutto questo segna il trionfo della resistenza ucraina: per questo non dobbiamo lasciare assolutamente solo il governo Zelensky”.

Sta di fatto che la riunione a Forte Braschi è un fiore all’occhiello per l’Italia di Mario Draghi ritornata nel “Quint”, il tavolo con Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, anche a livello di intelligence.

Come scrive Repubblica: “l’incontro di Roma ha portato un dato politico: una risposta coordinata e unitaria da parte di tutte i Paesi occidentali”. I cinque, ritrovatosi dopo le divergenze sulle mosse di Putin (per USA e GB avrebbe invaso, per i Paesi UE no) si dovrebbero riunire tra due settimane a Londra o a Parigi per analizzare gli sviluppi e pianificare il post 9 maggio “quando Putin potrebbe decidere di sedersi al tavolo”.

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