Censimento bancario
Nel mirino i russi italiani. Non solo oligarchi, basta avere sul conto più di 100mila euro per subire controlli
Nel mirino del governo italiano non ci sono più solo gli oligarchi inclusi nella lista dei sanzionati dall’Unione europea. Adesso basta essere semplicemente benestanti e avere la cittadinanza russa o bielorussa - anche se associata alla doppia cittadinanza di un Paese membro dell’Ue - per finire in un elenco di «attenzionati». Il Comitato di sicurezza finanziaria del ministero dell’Economia ha dato mandato all’Uif (Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d'Italia) di censire tutti i depositi bancari sopra i 100mila euro intestati a persone fisiche e giuridiche che hanno la cittadinanza russa o bielorussa. Parliamo quindi di persone comuni, imprenditori, commercianti o professionisti che risiedono nel nostro Paese magari da anni, perché esercitano la loro attività lavorativa, perché hanno sposato un italiano o un'italiana, o sono figli di emigrati russi che hanno la doppia cittadinanza. Gli istituti di credito hanno tempo fino al 27 maggio per fare questa mappatura e consegnare il report al Comitato di sicurezza finanziaria del Mef.
L’iniziativa farà senz’altro discutere perché ha il sapore di una lista di proscrizione; anche se il fatto di avere più di 100mila euro sul conto corrente italiano non comporta il suo congelamento, come invece è previsto per gli 893 russi e bielorussi finiti nella black-list perché ritenuti sostenitori politici o economici di Vladimir Putin.
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Sul fronte dei sanzionati, infatti, le banche italiane hanno tempo fino ai primi di aprile per depositare all’Uif un elenco dei conti correnti intestati ai putiniani «listati» o comunque alle società a loro riconducibili. La normativa europea si basa sul regolamento di esecuzione firmato dal ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, che attua il regolamento Ue n. 269/2014 (stilato dopo l’occupazione russa della Crimea) e che prevede «misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell'Ucraina».
Al momento l’Italia è tra i Paesi più attivi in Europa sul fronte dell’applicazione delle sanzioni: finora ha congelato a 7 diversi oligarchi 4 ville, 3 yacht e 6 società, per un totale di 743 milioni di euro. In Francia, invece, sono stati congelati beni per 856 milioni di euro di oligarchi russi, ha reso noto il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, precisando che è stata istituita una task-force con il compito di individuare i milionari russi sanzionati e le loro proprietà presenti sul territorio francese. Tra i beni congelati, ci sono 150 milioni di euro su conti correnti, 539 milioni di beni immobiliari, corrispondenti a una trentina di proprietà o appartamenti, e due yacht del valore di 150 milioni. Uno di questi due è lo yacht «Amore vero», attraccato a La Ciotat (vicino a Marsiglia), riconducibile a Igor Sechin, amministratore delegato del colosso petrolifero russo Rosneft.
La Spagna ha congelato finora 3 yacht ad altrettanti oligarchi russi: uno a Maiorca, «Lady Anastasia», valutato 7 milioni; uno a Tarragona, «Mezzaluna», valutato 550 milioni di dollari, che apparterrebbe a Sechin; e uno a Barcellona, «Valerie», valutato 130 milioni. La Germania, invece, ha congelato solo lo yacht «Dilbar», del valore di 537 milioni, fermo in cantiere navale del porto di Amburgo e di proprietà dell’amico di Putin Alisher Usmanov, azionista e sponsor dell’Everton in Premier League. Eppure la maggior parte delle imprese partecipate dai magnati russi - ossia 362 - si concentra in Germania, come rivela uno studio del Sole24Ore. Secondo lo stesso studio ce ne sono 181 in Austria, 153 nel Regno Unito e 146 a Cipro; Stati prescelti dai multimilionari per i loro regimi fiscali favorevoli. Guardando però il valore dell’attivo di queste società, al primo posto c’è Cipro, con 106 miliardi di dollari. Dalla metà di isola che fa parte dell’Unione europea, finora, non è giunta però notizia di alcun provvedimento sanzionatorio verso i russi.