caccia all'oro russo
Il pugno duro dell'Italia sugli oligarchi: congelata la villa sarda da 105 milioni al re dell'acciaio
L'Italia continua a congelare le proprietà degli oligarchi russi inseriti nella black-list dell'Unione europea e accusati di essere parte della nomenclatura che appoggia politicamente ed economicamente Putin, e, di conseguenza, l'invasione dell'Ucraina. L'ultimo provvedimento, eseguito oggi dai finanzieri del nucleo di polizia valutaria, ha riguardato un complesso immobiliare a uso residenziale in località Portisco, nel comune di Sassari, del valore di circa 105 milioni di euro. Appartiene ad Alexey Mordaschov, presidente della società Severgroup, la più grande compagnia siderurgica e mineraria della Russia. Il manager 57enne è una delle 893 persone nella lista dei sanzionati: è stato inserito lo scorso 28 febbraio perché "trae vantaggio dai suoi legami con i decisori russi". La società presieduta da Mordaschov è azionista della Banca Rossiya, "considerata la banca personale degli alti funzionari della Federazione russa". Severgroup detiene anche quote azionarie nel National Media Group, che a sua volta controlla le emittenti televisive "che sostengono attivamente le politiche di destabilizzazione dell'Ucraina condotte dal governo russo".
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A Mordaschov i finanzieri avevano già congelato lo scorso 4 marzo lo yacht "Lady M", ormeggiato nel porto di Imperia, del valore di 65 milioni di euro. L'oligarca possiede anche «Nord», tra i più grandi panfili al mondo con i suoi 142 metri di lunghezza, costato oltre 500 milioni di euro e progettato, come "Lady M", dallo studio «Nuvolari Lenard». Ha 20 cabine, un cinema, diverse piscine, 5 ponti (su uno poggia un elicottero) e un sommergibile per le gite. Oggi è stato localizzato al largo delle coste meridionali dello Sri Lanka, probabilmente per sfuggire ai provvedimenti giudiziari dei governi europei.
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Al momento l'Italia è la più attiva nell'Ue sul fronte delle sanzioni: finora ha congelato a 7 diversi oligarchi 5 ville, 3 yacht e 6 società, per un totale di 848 milioni di euro. Tutto questo peserà sul bilancio dello Stato, considerato che la manutenzione dei beni congelati spetta al Demanio.
Il 15 marzo le autorità spagnole hanno fermato nel porto di Maiorca lo yacht «Lady Anastasia» (lungo 48 metri, costruito nel 2001 e valutato 7 milioni) di proprietà dell'oligarca Alexander Mikheev, amministratore delegato di Rosoboronoexport, unico intermediario statale russo per l'esportazione di tecnologie militari, che dal 2000 al 2020 ha venduto armi a clienti esteri per 180 miliardi di dollari. Mikheev è stato inserito il 15 marzo nella lista dei sanzionati dall'Ue. A fine febbraio, un ucraino dell'equipaggio è stato arrestato dopo aver cercato di affondare lo yacht dell'oligarca. «Volevo colpirlo perché è un venditore di armi», si è giustificato. Sempre il 15 marzo la Spagna ha congelato il panfilo «Valerie» da 140 milioni di dollari a Barcellona di proprietà di Sergey Chemezov, ad di Rostec Corporation ed ex agente del Kgb. Il giorno dopo, invece, le autorità spagnole hanno requisito il mega-yacht «Mezzaluna» attraccato al porto di Tarragona, lungo 135 metri e valutato circa 550 milioni di dollari, che apparterrebbe a Igor Sechin, il ceo del colosso petrolifero russo Rosneft.
Il governo francese, finora, ha congelato solo lo yacht «Amore vero», sempre di proprietà di Sechin, che si trova in un cantiere navale a La Ciotat, a est di Marsiglia. Un solo bene requisito anche per i tedeschi: si tratta dello yacht «Dilbar», del valore di 537 milioni di euro, fermo nel porto di Amburgo da ottobre per dei lavori di manutenzione e di proprietà di Usmanov.
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