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Otto e mezzo, il gas dalla Russia e i rischi per l'Italia. Caraccciolo spiega cosa accadrà: "L'Europa deve svegliarsi"

Giada Oricchio
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La guerra in Ucraina, la dipendenza dell’Italia dal gas russo e approvvigionamento energetico: cosa succederà? Alternativa al gas non c’è e l’Europa deve svegliarsi. Lo hanno detto Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, e Franco Bernabè, presidente Acciaierie Italia, a Otto e Mezzo, l’approfondimento politico del preserale di LA7.

Durante la puntata di giovedì 17 marzo, Lilli Gruber ha ricordato ai suoi ospiti che il presidente Macron ha detto che la Francia ha il 45% dell’energia proveniente dal nucleare, mentre il resto sarà tutto a fonti rinnovabili nel giro di pochi anni.

Lucio Caracciolo è scettico di fronte a questa possibilità: “Lo vedremo… Intanto la Germania torna al carbone, il gas e i rigassificatori spagnoli si fermano ai Pirenei perché non c’è una vera connessione, l’uranio francese sta in Africa francese, quindi la Francia fa un discorso a parte. Quello che penso è che nei prossimi anni una vera alternativa al gas russo non ci sia”.

Poche lapidarie parole che hanno trovato d’accordo Bernabè. Con un sorriso a fior di labbra ha osservato: “Credo che ci sia molto ottimismo quando si dice che la dipendenza dal gas russo terminerà nel giro di tre anni. Un documento dell’agenzia internazionale dell’energia fissa 10 regole per l’indipendenza ma alcune sono veramente molto, molto ottimistiche. E nel frattempo continuiamo a utilizzare carbone”.

Ma soprattutto l’ex banchiere ha messo una pietra tombale sugli allarmismi in merito al razionamento energetico: “La Russia non interromperà mai il flusso di gas perché oggi costa 20 volte di più di quello che è costato per 10 anni e la Russia non ha alcun interesse a interrompere quel flusso. Anzi ha un gettito di valuta forte molto più elevato di prima. E’ una situazione ideale per la Russia. L’Europa deve svegliarsi e darsi una politica energetica resiliente”.

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