Ucraina, bufera sulla circolare del Ministero della Difesa: "Guerra e addestramento". Italiani spaventati
E' polemica sulla circolare dello Stato maggiore dell'Esercito, datata 9 marzo e diffusa sui social, che in relazione ai "noti eventi", chiede di "valutare le domande di congedo anticipato" e che "tutte le unità in prontezza" siano "alimentate al 100% con personale 'ready to move'" e con addestramento "orientato al warfighting". Frasi 'militaresche' che hanno fatto scattare in molti la convinzione che l'Italia sia in procinto di prendere parte al conflitto tra Russia e Ucraina.
L'Esercito ha immediatamente gettato acqua sul fuoco, chiarendo che si tratta di un documento "ad esclusivo uso interno" e "di carattere routinario", con cui il vertice di Forza Armata "adegua le priorità delle unità dell'Esercito", al fine di "rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Precisazioni - sottolineano dallo Stato maggiore - alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti".
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In sostanza, a quanto si apprende, si tratterebbe di un tipo di circolare che verrebbe inviata ogni volta si presenti un contesto di crisi, il cui obiettivo sarebbe quello di allertare il comparto ed essere quindi pronti a gestire ogni emergenza, reale o paventata che sia. Analoghi circolari sono state fatte per il terremoto di Amatrice, ma anche per la pandemia da Covid, quando l'Esercito è stato chiamato ad approntare strutture sanitarie di accoglienza per i pazienti e organizzarsi per le vaccinazioni.
"Il nostro esercito si prepara a combattere", è l'allarme lapidario di Rifondazione Comunista. Di più, la circolare "è la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso", tuona il partito, denunciando come il governo - chiamato a chiarire "immediatamente" - "tenga all'oscuro di cittadini" su questo e altri temi, come ad esempio su che "tipo di armamento stiamo inviando in Ucraina".
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Oggi il presidente della Camera Roberto Fico ha dichiarato che "è giusto aiutare l'Ucraina a difendersi", ma che "la diplomazia è fondamentale ed è l'unica cosa che possiamo fare". E che, comunque, l'invio di armamenti "è compatibile" con la diplomazia.