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Carlo Cottarelli si scaglia contro i rincari di gas e benzina: “Aumenti ingiustificati. Serve un intervento del governo”

Giada Oricchio
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“Maggior tutela? Sì ma per i venditori di gas. Le famiglie stanno pagando più del dovuto. Lo Stato deve intervenire”. Due giorni fa il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha paralto di “colossale truffa” per l’aumento ingiustificato del costo dei carburanti, oggi Carlo Cottarelli, commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, gli fa eco. In un editoriale per il quotidiano La Stampa, ha scritto senza ambiguità: “Credo che le famiglie italiane stiano pagando il gas naturale con cui riscaldano le nostre case, accendono i nostri fornelli, eccetera, più di quanto sia giustificato dall'aumento dei costi di importazione del gas in Italia. Chi ci guadagna sono le compagnie che importano e distribuiscono il gas nel nostro Paese”.

 

 

L’economista spiega: “Il prezzo del gas in bolletta per gli utenti "a maggior tutela" è un prezzo regolato ossia fissato da un'autorità pubblica (Arera) tenendo conto dei costi di produzione del gas: il costo della materia prima, del trasporto, del capitale investito e altri fattori. Il costo della materia prima dipende dalle quotazioni del gas sul mercato internazionale Ttf”. Cottarelli mette in evidenza la grande speculazione: “Se il prezzo in bolletta aumenta in linea col prezzo Ttf e il costo delle importazioni aumenta molto meno (come in questo caso, nda), i profitti di chi importa e distribuisce gas stanno incrementando in maniera repentina. Niente di male se si trattasse di un mercato libero. Ma si tratta di un mercato regolato in cui il prezzo non è determinato dalla concorrenza tra più operatori, ma da un ente pubblico”.

 

 

C’è una speranza per famiglie e imprese? Secondo Cottarelli sì: “Fra due settimane Arera fisserà il prezzo del gas per il secondo trimestre di quest'anno. La formula deve cambiare per tener conto del fatto che i valori a cui si sta importando gas in Italia sono cresciuti molto meno di quelli del Ttf a cui si è finora fatto riferimento nell'area euro” e conclude: “Qualcosa si deve fare. È una materia che coinvolge un ente pubblico e spetta quindi al governo prendere l'iniziativa. Per calmierare i prezzi dell'energia lo Stato può metterci i soldi dei contribuenti. Lo ha fatto e probabilmente lo farà. Ma prima dovrebbe assicurarsi che quei miliardi non vadano ad aumentare i profitti di imprese fortunate a operare in un mercato in cui il prezzo è regolato 'a maggior tutela'. In questo caso, però, a maggior tutela dei venditori”.

 

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