Ucraina, contro le navi di Putin mandateci Carola Rackete
Ideona: sul Mar Nero ci vogliamo mandare donna Carola Rackete? Magari per difendere il popolo ucraino ci può pensare lei, speronando un po’ di quei battelli russi che vorrebbero azzannare la costa della nazione invasa? Del resto, la signorina ha esperienza da vendere, l’abbiamo vista all’opera dalle nostre parti e nemmeno ha pagato nulla per le sue imprese. Oppure non se la sentirà l’eroina della sinistra de’ noantri che non si fece scrupoli nell’attaccare una nave della nostra Guardia di Finanza? Un episodio che colpì la pubblica opinione, ma non certa magistratura. Quasi che fosse una colpa per i finanzieri difendere i confini dell’Italia con il loro pattugliamento.
Ovviamente, la Russia non è l’Italia e Vladimir Putin è un po’ più spiccio quanto a modi. E dalle sue parti non avrà sicuramente una magistratura pronto a inquisirlo se si dovesse sbarazzare di Carola. Quindi, è bene essere prudenti e farsi passare certi grilli, ove mai fossero capitati nella testa scapigliata di Carola Rackete.
Il nostro è chiaramente un paradosso - frutto di una conversazione con il deputato europeo della Lega Antonio Rinaldi - ma che serve a raccontare un pezzo di quell’ipocrisia di certe sinistra che grida alla pace dove è più comodo strillare. Da noi, mica si rischia. Nella Repubblica delle banane si può fare quel che si vuole. E semmai sotto accusa ci va sempre chi indossa una divisa e mai chi la dileggia con parole e azioni violente.
Magari potrebbero convincerla nell’opera di bene politici italiani del livello di Graziano Delrio o Matteo Orfini, sempre pronti a offrire solidarietà a chi si schiera dalla parte sbagliata rispetto al sentire comune del popolo italiano. Quando tocca all’Ucraina, ecco invece la cartellonistica antiNato più che antirussa, che sarebbe necessaria visto chi è l’aggressore e chi è l’aggredito.