la tesi choc
Vladimir Putin e il "delirio psicotico" da farmaci, gli indizi che c'è la malattia dietro alla guerra in Ucraina
Nei paesi occidentali le domande risuonano ormai senza alcun timore di essere tacciati di complottismo: Vladimir Putin è diventato pazzo? Sulla scelta di scatenare la guerra in Ucraina pesano delle condizioni cliniche? La mente dello Zar è offuscata da farmaci, patologie neurologiche, effetti del long Covid? A rispondere in modo analitico e senza pregiudizi è lo scrittore Sandro Modeo che parte da una domanda semplice e drammatica: Putin razionale o psicopatico?
In altre parole, siamo davanti alla mossa studiata di un leader che sa fino a dove spingersi o all'azzardo di una mente offuscata "dalla paranoia o dai farmaci necessari alla cura delle sue patologie?" In un lungo articolo per il sito del Corriere lo scrittore spiega che esperti di varia natura sono divisi tra le due opzioni, seppur appare certa una "metamorfosi" nel comportamento del presidente russo negli ultimi anni. Una trasformazione che per alcuni è "un’alterazione neuropsicologica (per certi aspetti speculare a quella somatico-fisiognomica), dovuta alle varie patologie di cui Putin soffre o soffrirebbe, e alle relative terapie per curarle".
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Modeo sottolinea come una metamorfosi è sotto gli occhi di tutti, quella del volto di Putin, e non solo per le "gote iper-vascolarizzate dal botox" ma anche per una nuova "glacialità asettica, quasi astratta". Secondo un biografo di Putin, Steven Lee Myers, il volto e il corpo dello Zar "cominciano a mutare nel 2011, quando - anche su sollecitazione della nuova partner ufficiosa, la ginnasta Alina Kabaeva - riprende l’attività sportiva (lui ex judoka, sciatore e nuotatore) e si sottopone ai primi interventi di chirurgia cosmetica per un maquillage radicale: pelle più tesa, via zampe di gallina e borse intorno agli occhi, gote più alte e piene". Il ritocchino seguiva un incidente di hockey su ghiaccio dopo il quale si era parlato di interventi alla schiena, la prima di tre ordini di speculazioni sulla salute di Putin.
Parliamo di problemi alla colonna vertebrale e addirittura di "una neoplasia al midollo spinale", ossia di un tumore, "la cui sintomatologia sarebbe compatibile con alcune difficoltà deambulatorie e certe irrequietezze posturali di Putin. Lui stesso una volta ha ricordato i «fortissimi dolori alla schiena» patiti dal padre (scomparso il 2 agosto ’99 per cause non chiarite), indicando una possibile predisposizione ereditaria".
Un cancro che si tratta spesso con corticosteroidi, ricorda lo scrittore, "che possono indurre, specie a quantità elevata e periodi prolungati, alterazioni dell’umore a vasto spettro, secondo reazioni soggettive, dal down depressivo all’esaltazione maniacale". Ma potrebbero incidere analgesici oppioidi che possono indurre, oltre a dipendenza, "idee paranoiche, apatia, depressione, rallentamento cognitivo; e il fatto che Putin possa aver assunto - soprattutto nel citato periodo di velleità salutista - anche steroidi anabolizzanti, non meno insidiosi nel produrre alterazioni del carattere verso la rabbia, l’aggressività e il disordine psicotico".
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Un'altra patologia che alcuni collegano a Putin è il morbo di Parkinson "che spiegherebbe a sua volta certe alterazioni cinetiche, la «rigidità» di cui parlano Macron e altri, il rallentamento della risposta cognitiva e la ridotta ampiezza di oscillazione della mano destra rispetto alla sinistra, rivelata da certe riprese tv". I farmaci usta per questa patologia come i dopaminergici producono effetti collaterali diversi "dalla sonnolenza all’ansia-agitazione alle allucinazioni".
La terza speculazione riguarda gli effetti della pandemia, con Putin che sarebbe vittima di Long-Covid, condizione che provoca tra l'altra una sorta di "nebbia cognitiva" che altera il processo decisionale. Ma "troppi elementi, però, non sembrano tornare", commenta Modeo che cita il distanziamento avuto con Macron e il parlare fitto con Lukashenko nei giorni immediatamente precedenti all'invasione dell'Ucraina.