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L'Italia ha aggiornato il piano per l'emergenza nucleare. Dallo iodio al cibo, cosa fare in caso di incidente

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Il governo ha aggiornato dopo 12 anni il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Si tratta di una mossa precauzionale in seguito alle possibili minacce derivante dalla guerra in Ucraina, con la speranza che nessuno dovrà mai applicarlo. Il documento "individua e disciplina le misure necessarie a fronteggiare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari di potenza ubicati 'oltre frontiera', ossia impianti prossimi al confine nazionale, in Europa e in Paesi extraeuropei".

La bozza del testo è stata firmata da Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, ente che in caso di allarme dovrà dare indicazioni su modalità e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi, spiega Sky Tg 24. 

 

Tre le fasi del programma in base all'evoluzione dello scenario. Tra le misure l'indicazione alla popolazione di "restare nelle abitazioni, con porte e finestre chiuse e i sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, per brevi periodi di tempo, con un limite massimo ragionevolmente posto a due giorni". Questa verrebbe attuata nel caso in cui l'incidente avvenisse entro i 200 km insieme a un "blocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente (verdure fresche, frutta, carne, latte), blocco della circolazione stradale, misure a tutela del patrimonio agricolo e zootecnico".

 

In questo caso scatta anche la iodioprofilassi, "una efficace misura di intervento per la protezione della tiroide, inibendo o riducendo l'assorbimento di iodio radioattivo, nei gruppi sensibili della popolazione". "Il periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile è meno di 24 ore prima, e fino a due ore dopo l'inizio previsto dell'esposizione”, si legge nella bozza del piano che spiega: "Risulta ancora ragionevole somministrare lo iodio stabile fino a otto ore dopo l'inizio stimato dell'esposizione”. Sconsigliato farlo dopo le 24 poiché questo potrebbe causare più danni che benefici. La iodoprofilassi è prevista fino a 40 anni di età e per le donne in stato di gravidanza e allattamento. A fornire lo iodio stabile potrà essere il Ministro della Salute. 

 

Nel caso l'incidente avvenisse più lontano, per esempio in Ucraina, scatterebbero misure più lievi come il controllo della filiera produttiva, divieto di importare alcuni prodotti e controlli negli ingressi di persone nel Paese. Il piano inoltre stabilisce le rispettive aree di competenza degli interventi per i singoli enti locali e nazionali. 

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