picchi mai visti
Record per benzina e diesel: il pieno alla macchina costa fino a 558 euro in più all'anno
I nuovi record raggiunti dai listini dei carburanti, con la benzina che in modalità self ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro e viene venduta oggi in Italia ad un prezzo medio di 2,004 euro al litro (1,901 euro il gasolio) determinano una stangata solo sui rifornimenti pari a +525 euro annui a famiglia in caso di auto a benzina, +558 euro in caso di auto diesel. Lo denuncia Assoutenti, commentando le rilevazioni di Quotidiano Energia sui dati comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise. «Il conflitto scoppiato in Ucraina ha portato ad una velocissima impennata dei listini dei carburanti alla pompa, che già a partire dallo scorso novembre hanno registrato rialzi senza sosta- spiega il Presidente Furio Truzzi - rispetto ai prezzi medi in modalità self dello stesso periodo del 2021, oggi un litro di benzina costa in media il 28% in più, mentre per il gasolio si spende addirittura il 32,4% in più. Questo significa che per un pieno di verde occorre mettere in conto una maggiore spesa da +21,9 euro, mentre un pieno di gasolio è rincarato di 23,2 euro. Su base annua la maggiore spesa a famiglia solo per i rifornimenti raggiunge +525 euro in caso di auto a benzina, +558 euro in caso di auto diesel».
Leggi anche: Vladimir Putin fa esplodere le bollette. Crescono tutti i prezzi, il gas infiamma l'inflazione
«Il governo - conclude- non può più tergiversare e deve intervenire con urgenza per sterilizzare l'Iva sui carburanti e ridurre il peso delle accise, in modo da calmierare i listini alla pompa ed evitare una catastrofe economica». Ma il conflitto in Ucraina ha fatto schizzare anche le quotazioni delle materie prime e dei metalli. Impennata per il prezzo dei futures del gas Ttf scambiati ad Amsterdam, che segnano un rialzo del 17,85% a 226,92 euro al MWh, dopo il massimo record di giornata di 345 euro. La guerra infatti è anche guerra del gas. E non solo.
Leggi anche: Un altro vaccino "virtuale" a peso d'oro. Il contratto di Figliuolo con Valneva da 16 milioni, ma manca l'ok dell'Ema
Il Giappone sta discutendo con gli Stati Uniti e altri paesi europei della possibilità di vietare le importazioni di petrolio russo, mentre Mosca continua a portare avanti il proprio attacco all'Ucraina. Alla domanda su un potenziale embargo al petrolio russo, il segretario capo di gabinetto giapponese, Hirokazu Matsuno, ha rifiutato di commentare sulle comunicazioni tra Tokyo e Washington.