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Putin minaccia di chiuderci il gas, rischio blackout. Il ministro Cingolani: servono due anni per essere liberi da Mosca

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La Russia minaccia di chiuderci il gas. Dopo lo stop al gasdotto Nord Stream 2 Mosca valuta di prendere una decisione analoga imponendo il blocco "al pompaggio del gas tramite il gasdotto Nord Stream 1", ha detto il vicepremier russo, Aleksandr Novak, in una dichiarazione trasmessa dalla televisione di stato. La minaccia è sul tavolo, "ma finora non stiamo prendendo una decisione del genere", ha aggiunto spiegando che Mosca ha "tutto il diritto di assumere decisioni corrispondenti" al blocco del gasdotto "e imporre un embargo al gas".

 

Questa è la risposta alle sanzioni più complicata da gestire per l’Europa. Il gas del Paese di Vladimir Putin è fondamentale per i paesi dell’Ue e rappresenta il 40 per cento di quello che l'Italia importa dall'estero. In altre parole rischiamo il black out. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani a Agora extra su Rai3 ha detto che  "stiamo lavorando per esseri liberi dal gas della Russia in 24-30 mesi". "Noi dalla Russia importiamo ogni anno circa 29 miliardi di metri cubi di gas, che sono approssimativamente poco più del 40% del gas che importiamo. Questi vanno sostituiti; al momento abbiamo fatto un’operazione estremamente rapida, ed entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori in altre zone del mondo" spiega Cingolani.

 

Rimane poco meno della metà  da rimpiazzare "e su questo stiamo lavorando con degli impianti nuovi di rigassificazione, altri contratti di lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e quindi ragionevolmente 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendenti per sostituire questi 29 miliardi di metri cubi che arrivano dalla Russia". 

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