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Armi all'Ucraina benzina sul fuoco, i dubbi del generale sulla Nato

Federica Pascale
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"Dare armi all'Ucraina vuol dire mettere altra legna sul fuoco. O si fa un compromesso tra le parti o ci sarà la guerra totale.” Così il Generale Marco Bertolini, ospite di Mario Giordano durante la puntata di martedì 8 marzo di Fuori dal Coro, il talk politico in onda in prima serata su Rete4.

“L’esercito ucraino è un esercito serio, addestrato, direi di impronta russa, ed è stato equipaggiato anche dagli americani negli ultimi anni” spiega il generale. “A questo punto, il fatto di fornire armi e, ancora peggio, creare una no fly zone non è altro che mettere altra legna sul fuoco.” Creare una no fly zone significa di fatto far scendere in campo gli aerei della Nato, a protezione dell’Ucraina, il che equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra alla Russia con conseguente escalation del conflitto.

 

 

 

 

Si tratterebbe di “un coinvolgimento della Nato in una guerra fra due Paesi europei che non appartengono alla Nato, e che per una questione di carattere territoriale, un po’ com’è successo in Kosovo fra la Nato contro la Serbia, sono venuti alle mani e purtroppo gli effetti sono quelli che vediamo sulla popolazione” commenta il generale. “Cose del genere, però, sono successe anche nel passato. Le armi sono strumenti, possono essere buone o non buone” sottolinea, e gli ucraini in questo caso sono già armati. Inviando armi “non facciamo altro che allontanare la prospettiva di un negoziato fra le parti e che si trovi un compromesso, perché c'è bisogno di un compromesso” oppure sarà guerra totale.

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