previsioni
Foresta e riscaldamento globale, la tremenda profezia sull'Amazzonia
L’Amazzonia è sempre più vicina al punto di deperimento e nel giro di pochi decenni la foresta fluviale si trasformerà in prateria, rilasciando enormi quantità di carbonio e accelerando ulteriormente il riscaldamento globale. L’allarme arriva dalla comunità scientifica sulla base dell’analisi dei dati satellitari relativi all’evoluzione della vegetazione in 6 mila punti sparsi in tutta la vasta area dell’Amazzonia incontaminata negli ultimi 30 anni, dal 1991 al 2016.
L’esito della ricerca ha confermato modelli computerizzati che, in passato, avevano già indicato un degrado di massa della foresta amazzonica. I rilievi dei satelliti mostrano che più del 75% della foresta incontaminata ha perso la sua stabilità e resilienza già a partire dai primi anni 2000, pertanto i suoi tempi di recupero da incendi e siccità si sono allungati, con «profonde implicazioni su scala mondiale». Per giunta danni maggiori si registrano in aree vicine a strade, fattorie, aree urbane e zone sempre più secche, a riprova che la distruzione della foresta e il riscaldamento globale ne sono la causa diretta.
Leggi anche: Attività politica coi soldi per l'Amazzonia, la Corte dei conti cita in giudizio l'assessore D'Amato
Tutti questi fattori messi insieme «hanno già spinto l’Amazzonia vicino a una soglia critica di degrado dei suoi alberi» hanno avvertito gli scienziati in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change. Il team di ricercatori ha scoperto che, negli ultimi 20 anni, le aree colpite da siccità o incendi hanno impiegato molto più tempo per riprendersi rispetto a prima. Questo è un segno chiave di crescente instabilità perché mostra che i processi di ripristino si stanno indebolendo. Nel dettaglio, le aree più asciutte della foresta hanno perso più stabilità rispetto a quelle più umide.