Ucraina, negoziati in salita con lo spettro del ritorno al 2014. Il piano di Putin, chi vuole piazzare al potere
Ripartono giovedì 3 marzo i colloqui per arrivare quanto meno al cessate il fuoco in Ucraina. Ma nella giornata di oggi i segnali sono tutt'altor che incoraggianti, con il presidente russo Vladimir Putin che ha ordinato di intensificare l'assalto alle città per costringere alla resa il presidente ucraino Zelensky. L'esercito russo continua martellare gli obiettivi ritenuti sensibili ed estende il controllo in diverse aree del paese come Mariupol, ormai assediata e senza luce. A Kharkiv si susseguono gli attacchi russi dove si registrano pesanti perdite per la popolazione civile. Il sindaco della città, Igor Terekhov, alla Bbc ha confermato combattimenti intensi in tutta
Kharkiv, parlando di una situazione "molto pericolosa" e promettendo al contempo che la città resisterà. Terekhov ha anche riferito di aver avuto informazioni secondo cui le forze russe avrebbero usato anche una bomba termobarica.
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Intanto il faccia a faccia tra le due delegazioni, i cui componenti dovrebbero essere gli stessi della prima tornata di lunedì, non dovrebbe però svolgersi a Gomel, ma nella foresta di Bialowieza Pushcha, al confine tra Bielorussia e Polonia. A dare la conferma della partecipazione dell’Ucraina è stato il leader del partito "Servo del Popolo" David Arakhamia. Secondo il consigliere del capo dell’Ufficio del presidente dell’Ucraina Mykhailo Podolyak, "le parti hanno identificato una serie di argomenti prioritari su cui sono state delineate determinate decisioni". L’esercito russo fornirà un corridoio di sicurezza per la delegazione ucraina. Difficile capire lo spirito con cui arriverà all’appuntamento la delegazione di Kiev, dopo che per due giorni l’avanzata russa non si è fermata, e anzi sulle grandi città è aumentata di intensità. Sull’altro fronte, pesano ogni ora di più le difficoltà finanziarie russe, con il Paese bloccato e un malcontento crescente.
Sullo sfondo la notizia, rilanciata dai media ucraini, secondo cui c'è già un potenziale sostituto di Zelensky alla guida del Paese, almeno nei piani di Putin. Si tratta di Viktor Yanukovic, l’ex presidente ucraino filorusso deposto nel 2014 dai moti di Euromaidan, che si troverebbe a Minsk. Il presidente russo intende avviare una operazione speciale per reinsediarlo.
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