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"Fino a dove si spingerà Putin". La guerra nucleare e l'uomo ombra dello zar, le previsioni choc dell'analista russo
Il presidente russo Vladimir Putin è considerato sempre più isolato in patria, con l'opinione pubblica che non vede di buon occhio l'invasione dell'Ucraina, le pesanti sanzioni che poterebbero spingere gli oligarchi a mollarlo e le operazioni di guerra che rischiano di essere molto più lunghe di quanto previsto dal Cremlino. Lo Zar viene dipinto come un uomo solo. Il clima di terrore tra i fedelissimi di Putin si è visto quando ha "interrogato" il suo capo dei servizi segreti esterni in un video divenuto virale. C'è solo un uomo accanto allo Zar in questo momento drammatico per l'Europa, dice l'esperto di Servizi segreti russi, Andrey Soldatov. "Questa è la guerra del presidente russo e del suo apparato? Questa è una guerra di Putin e del suo ministero della Difesa. Il ministro degli Esteri Lavrov avrebbe preferito aspettare i negoziati. Non solo gli uomini del ministero di Lavrov, ma anche quelli degli spezsluzhby, i servizi segreti, che non si approcciano alla guerra con lo stesso entusiasmo del ministero della Difesa. Negli ultimi tempi, in Russia l'influenza della Difesa è cresciuta in maniera esponenziale" dice l'analista al Fatto Quotidiano.
Putin in questo frangente "ascolta solo Sergej Shoygu, il capo del ministero della Difesa", l'uomo che era convinto di "poter mettere in ginocchio Kiev in 24 ore". Ma c'è stato un errore clamoroso, l'aver sottovalutato la resistenza ucraina. "Sembra che abbiano un grosso problema di logistica: mancano scorte e rifornimenti. Un'altra cosa strana che hanno scelto di fare, che non si spiega nessun esperto militare, è quella del dispiegamento di colonne di carri lungo le strade di tutto il Paese: non è un tipo di tattica che adotti se affronti un terreno che ti resiste, eppure continuano a farlo al quinto giorno".
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Sul piano geopolitico al fianco della Russia c'è solo la Cina: "non fornisce solo sostegno politico, ma anche tecnico. Parte delle sanzioni mirano all'isolamento tecnologico della Russia e Mosca spera in Pechino, ma i cinesi non cederanno tutto. Temo per la Banca centrale russa che ora regge, ma cederà: è questione di giorni. Quanto durerà invece la resistenza ucraina? A questo punto credo a lungo" è la previsione di Soldatov.
Sullo sfondo la minaccia della guerra nucleare. "Putin ama le escalation, ma ci sono altri livelli di attacco se vuole mostrare alla Nato che non deve spedire armi. Razionalmente sa che quello è lo stadio finale. Molti pensano che razionale non lo sia più. Questa impressione la dà perché continua a rimanere isolato. Dall'ultimo incontro del Valdai club è evidente che si comporta in maniera più aggressiva. Non direi che è impazzito, ma è convinto di essere nel giusto" spiega l'analista che sottolinea i terribili errori di Putin che rischia di essere tolto dalla scena in patria, perché la crisi danneggia le imprese e l'economia e questo per lui può essere "pericoloso", spiega Soldatov.