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L'invio di armi può trascinare l'Italia in guerra, Dario Fabbri evoca l'incubo: "Se la Russia attacca i nostri convogli..."

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Ci siamo dentro con tutte le scarpe nella guerra scatenata dalla Russia in Ucraina dal momento che, con il prossimo invio di armi a Kiev deciso dal governo di Mario Draghi, Mosca ci considera cobelligeranti a tutti gli effetti. A spiegare questa nuova piega del conflitto e i possibili scenari che possono verificarsi è Dario Fabbri, analista e curatore di “Scenari”, il mensile di geopolitica di Domani.

Martedì 1 marzo Fabbri è ospite, come di consueto nei  giorni dell'invasione dell'Ucraina lanciata da Vladimir Putin, di Enrico Mentana nel suo Speciale La7.  Il direttore ricorda che le istituzioni europee e i leader degli stati dell'Unione sono coscienti che ieri sera Mosca ha detto con chiarezza: ogni arma che viene utilizzata dagli ucraini nei confronti dei russi fornita dai paesi europei è un atto di guerra nei confronti della Russia da parte di quegli stessi paesi. 

 

"Questa notizia è la più importante delle ultime 24 ore - spiega Fabbri - Il comunicato del ministro degli Esteri, vale la pena dirlo chiaramente, ci rende cobelligeranti agli ho gli occhi dei russi. Quindi non possiamo più dire che siamo semplici osservatori, ammesso che lo fossimo prima. Immagino di no, ma di certo adesso siamo considerati da Mosca cobelligeranti. Tradotto ci considera in guerra contro la Russia quindi si aprono molteplici scenari".

 

Ma cosa vuol dire in pratica questo scarto nei rapporti tra i Paesi occidentali e il Cremlino in una situazione che è sempre più esplosiva, con Kiev sotto l'attacco costante delle bombe russe? Le possibili implicazioni sono inquietanti. "Chissà cosa può succedere nel caso in cui, durante il trasferimento di armamenti, i convogli fossero colpiti dai caccia russi o dai missili di crociera" di Mosca? L'interrogativo include la risposta, seppur parziale: in base al principio di reciprocità "sarebbe un atto di guerra nei confronti del Paese", una svolta che potrebbe trascinare l'Italia e l'Europa in guerra.  A dimostrazione che quello dei trasferimenti di armi a Kiev è un tema potenzialmente esplosivo c'è la notizia dell'annuncio per presidente ungherese Viktor Orban che ha detto che i convogli non potranno transitare nel suo Paese. 

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