Il Covid non fa più paura e gli ospedali si stanno liberando
La situazione negli ospedali è la cartina di tornasole della gravità della pandemia. Bene, ora possiamo dire davvero che la situazione è in netto miglioramento. Gli ospedali di tutta Italia si stanno svuotando di pazienti Covid, sia nelle aree mediche che nelle terapie intensive. A certificarlo è l'ultimo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, per cui i malati nelle rianimazioni sono 839 (una settimana fa erano 1.037), pari all'8,4%. Nei reparti ordinari, invece, sono 8.846 (sette giorni fa erano 14.562), pari al 18,5%. Significa che adesso si può davvero iniziare a recuperare il terreno perduto e a curare con la dovuta attenzione le altre patologie fin troppo trascurate.
Le prime dosi non le fa più nessuno. A Speranza non resta che la carta Novavax
Basti ricordare che recentemente l'Associazione Italiana di Oncologia Medica ha lanciato l'allarme sull'aumento dei casi di tumori in fase avanzata per colpa degli esami e degli screening saltati nel corso degli ultimi due anni. La situazione negli ospedali riflette il crollo delle infezioni. L'indice Rt di trasmissione del contagio, che si è attestato allo 0,73%, non era così basso dal giugno scorso. Il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, spiega che «per quanto riguarda le proiezioni, la probabilità di saturazione dei posti letto negli ospedali a quattro settimane si riducono ancora di più, e comunque in linea con il quadro dei casi che diminuisce». Attenzione però, perché «con la variante Omicron, c'è ancora la possibilità di essere reinfettati». Brusaferro indica un'ulteriore nota positiva: «La decrescita delle ospedalizzazioni vale anche per le fasce d'età più giovani, che necessitano fortunatamente di ricovero in misura minore rispetto alle altre, ma pure presentano necessità di ricovero in alcuni casi». Quindi, «c'è un calo del numero di ricoverati» anche fra gli under 19.
Virologi orfani dello stato di emergenza: chi vuole ancora le restrizioni
A testimoniare la nuova realtà, che fa meno paura, sono anche i medici. L'infettivologo Matteo Bassetti, primario al San Martino di Genova, ha auspicato di «poter dimettere presto anche gli ultimi pazienti Covid, segno che ormai la situazione ospedaliera non desta più preoccupazione. Il virus circola ancora ma senza conseguenze cliniche gravi, segno che vaccini, Omicron, farmaci e migliori conoscenze, hanno depotenziato gli effetti del virus. Siamo fuori dall'emergenza e si va verso il ritorno alla completa normalità convivendo con il virus». Anche sul fronte della campagna vaccinale possiamo dire che il più è stato fatto. Nell'ultima settimana le nuove somministrazioni hanno subito una frenata rispetto ai ritmi alti degli ultimi mesi. Gli ultimi indecisi potrebbero convincersi a vaccinarsi col nuovo siero Novavax, prodotto con un metodo tradizionale.
Sono 4.847.910 gli italiani sopra i 5 anni ancora non vaccinati. È quanto emerge dal report settimanale della struttura del Commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo. In particolare, sono 816.185 nella fascia 40-99 anni, 563.151 tra 50 e 59, 352.238 tra 60 e 69, 243.183 tra 70 e 79, 124.144 tra gli over 80. La fascia pediatrica (5-11 anni) è quella che registra il numero più alto di non vaccinati, 1.615.397, mentre tra i 12-19 anni sono 369.629, in quella 20-29 sono 246.195 e tra i 30-39 sono 517.788. Nell'ultima settimana le somministrazioni sono state 929.250, per una media di circa 132 mila al giorno. Infine, tornano in zona bianca quattro regioni: Campania, Lombardia, Veneto e provincia autonoma di Bolzano. Va in giallo il Friuli Venezia Giulia. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, si dice fiducioso, ma avverte: il 31 marzo finisce lo stato d'emergenza, ma guai a far finta che il virus non esista più, non scompare premendo un tasto magico».
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