In Onda, Ferruccio De Bortoli smonta le sanzioni contro la Russia: "Putin non si fermerà"
"Putin aveva calcolato che poteva esserci questa resistenza?". A "In Onda", sabato 26 febbraio, si parla del conflitto in Ucraina. Kiev è sotto assedio e la Russia annuncia l'offensiva totale contro la Capitale: l'obiettivo è decapitare la leadership. Il conduttore David Parenzo domanda al giornalista Ferruccio De Bortoli - ospite in collegamento - cosa potrebbe fermare Putin. "Fino a che punto Putin può tollerare di rischiare la guerriglia mandando immagini devastanti in tutto il mondo, fino a dove può spingersi?" chiede Parenzo. "Arrivati a questo punto - spiega De Bortoli - credo che Putin non si fermi, vada avanti costi quel che costi". Poi picchia duro contro l'Occidente: "Non c'è poi questa pressione occidentale - evidenzia - Putin sta valutando l'efficacia delle sanzioni economiche che per molti aspetti sono figurative. Anche i paradisi fiscali europei proteggono questi capitali".
L'altro punto fondamentale è la posizione di Pechino. "L'atteggiamento della Cina di non condanna dell'invasione va messa in conto - Tra l'altro a me ha molto colpito quella dichiarazione Pechino: "Gran parte del mondo non è dominato dai Paesi democratici occidentali, ci sono realtà al di fuori. Chi ferma Putin in questo momento? Qualche sanzione? Quella vera sarebbe quella di non comprargli più il gas ma noi non metteremo in discussione questo. Siamo disposti pure a pagarlo di più. Anzi, non diversificando gli approvvigionamenti abbiamo finito per finanziare la macchina bellica russa. La Russia potrebbe cedere economicamente? Sì ma se la fonte maggiore arriva da gas e petrolio allora non credo. Infine c'è il dato del debito pubblico di Mosca: è il 20% del Pil, basso però ha delle riserve monetarie ingenti. E quin di ha il tempo dalla sua parte. Possiamo sperare che succeda come nella Georgia nel 2008 che a un verto momento si arriva al cessate il fuoco... C'erano due repubbliche da riconoscere, c'erano le Olimpiadi, l'Europa aveva una presidenza francese. Poi la Georgia si è sterilizzata tra l'altro con forti simpatie verso Mosca al proprio interno".