Otto e mezzo, Caracciolo rivela la debolezza di Putin: "Ecco chi si è messo contro". In Russia e non solo
"Putin si sta giocando tutto” afferma Lucio Caracciolo, ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, il talk di approfondimento politico in onda su La7. Durante la puntata di venerdì 25 febbraio il direttore della rivista italiana di geopolitica Limes analizza le mosse dle presidente russo Vladimir Putin in questi giorni di fuoco, dopo l’invasione dell’Ucraina.
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“È vero che l’atto di Putin in Ucraina può far pensare a una sua dose di follia, ma attaccare la NATO vuol dire essere completamente suicida – spiega Caracciolo - A quel punto, probabilmente, lo stesso esercito russo si rifiuterebbe di farlo, non penso che sia all'ordine del giorno.” Sia gli Stati Uniti che l’Unione Europa hanno già chiarito che non invieranno aiuto militare in Ucraina, lasciando il Paese, cioè civili e soldati ucraini, soli davanti all’orso russo: “Hanno creduto in una protezione americana e atlantica che invece non c'è stata. È successo altre volte, per esempio in Georgia o altrove. Questo è un segnale dei limiti della nostra voglia di fare guerra. Non è questione di armamenti, i nostri popoli non sono orientati a fare la guerra in questo momento nemmeno quello americano”.
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E in effetti da tutta Europa i cittadini chiedono pace e si riuniscono davanti le istituzioni, ad esempio a Roma davanti al Campidoglio, per testimoniare simbolicamente la loro vicinanza al popolo ucraino. Alcune delle parole dichiarate da Putin nelle ultime 48 ore hanno fatto ipotizzare che il Presidente della Federazione Russa possa volere ricorrere alle armi atomiche pur di raggiungere le sue mire espansionistiche: “Razionalmente, l'operazione di Putin è quella di ricostituire il famoso spazio intermedio fra sé e l'occidente, che è stato eroso nel tempo dagli avanzamenti della Nato” ricorda Caracciolo, “il problema è che l'ha fatto, avendo anche per certi aspetti alcune ragioni dalla sua, nel modo più sbagliato possibile e anche nel modo più pericoloso, per sé stesso e per la Russia”.
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“Bisognerebbe scoprire quali sono le sue ragioni profonde, ma temo che siano dovute soprattutto alla sua debolezza, in questo momento, sul fronte delle élite russe. Con questa guerra si è messo contro i suoi mandatari e una buona parte del popolo russo. E i silenzi che arrivano da Mosca, e qualche voce di disapprovazione che filtra, a mio avviso, sono abbastanza significativi”. Sull’altro fronte, c’è una Cina “inquieta” che guarda con interesse a ciò che succede sul fronte russo ucraino. Infatti, se dovesse passare il “principio russo”, secondo il quale un Paese può invaderne un altro per “salvare una minoranza oppressa”, allora alla Cina verrebbero in mente tutte quelle regioni instabili che “sono una preoccupazione costante per il regime cinese”. Dunque, “la coppia sino-russa” potrebbe tornare ad essere un duo vincente che si sfida, per così dire, ad invadere i territori per annetterli a sé.