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La verità sulle sanzioni a Putin, Rampini smaschera Biden e l'Europa: "Lo sanno tutti che non sono efficaci"
Nelle parole del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si trova tutta l'impotenza dell'Occidente nell'affrontare l'aggressione della Russia di Vladimir Putin all'Ucraina. Federico Rampini venerdì 25 febbraio è ospite di Myrta Merlino a L'aria che tira, il programma di La7, e la sua analisi sulle armi spuntate di Usa ed Europa nei confronti dello Zar è spietata.
Il giornalista si ricollega alle parole di Vittorio Sgarbi che aveva parlato appunto dell'impotenza dell'Occidente. "Lo spettacolo di questa impotenza è dato da sanzioni economiche contro la Russia di cui tutti sanno la scarsa efficacia" dice il corrispondente di Repubblica che cita il discorso di Biden di giovedì 24 febbraio. "È stato uno spettacolo di incoerenza dichiarata, ammessa, esplicita. Da un lato ha descritto le sanzioni 'devastanti' ma quando gli hanno chiesto se secondo lui queste sanzioni possono dissuadere Putin dal fare quello che sta facendo ha detto no". Tradotto: non sono affatto "devastanti".
Ma c'è altro. Rampini punta il dito contro la tendenza dell'Occidente ad "autoflagellarsi" e a "riscrivere la storia" in una riscrittura, questa volta, "putiniana": Ossia accettare la versione che dopo la caduta del muro di Berlino in "maniera arrogante e irresponsabile" la Nato si è allargata a dismisura fino ai confini della Russia minacciando la sicurezza di Mosca. "È una storia parzialmente vera, l'Occidente ha fatto atti di arroganza ma anche grandi aperture come quella di Bill Clinton che lanciò la partnership tra Russia e Nato, o Bush junior che accolse Mosca al G7. Lo stesso Putin all'inizio è stato filo-americano...".
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Quando è cambiato tutto? "Dopo la sua seconda campagna elettorale, quando vide crescere la protesta interna e iniziò a parlare di complotti americani per rovesciarlo", dice Rampini che parla di "sindrome dell'accerchiamento" da parte del presidente russo.