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Lavrov: "Vicini al punto di non ritorno". Drammatica escalation, tra Russia e Usa scenari da Terza Guerra Mondiale

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Le relazioni tra Russia e Stati Uniti sono "vicine a un punto di non ritorno". Mentre si stringe l'assedio russo a Kiev e proseguono gli attacchi da più fronti in Ucraina è scontro totale anche nella diplomazia tra l'Occidente e la Russia di Vladimir Putin. A scandirlo è il ministero degli Esteri russo Sergei Lavrov secondo cui siamo vicini al punto di rottura totale con conseguenze potenzialmente catastrofiche.

 

"Le sanzioni contro il presidente Putin e il ministro degli Esteri sono un esempio e una dimostrazione dell’impotenza assoluta" degli occidentali, ha detto la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, in una intervista alla televisione russa. Le ultime sanzioni sono quelle decise dagli  Stati Uniti intendono imporre limitazioni individuali al presidente russo Vladimir Putin e Lavrov; e tra le misure che saranno dettagliate nelle prossime ore, ha spiegato la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, c’è anche il divieto di viaggio in territorio statunitense. Alla domanda se le sanzioni siano puramente simboliche, Psaki ha detto che non le interessa occuparsi delle attività finanziarie personali di Putin. Ma ha aggiunto che la misura "invia un chiaro messaggio sulla forza dell’opposizione alle azioni del presidente Putin".

 

Sul fronte europeo, i beni di Putin e Lavrov, saranno congelati. Non si sa quanto inciderà la misura, e l’Alto rappresentante Josep Borrell ha detto di non sapere l’effettivo ammontare delle proprietà dei due leader al di fuori della Russia, ma il fatto di avere il nome di Putin nella lista dei soggetti colpiti da sanzioni ha certamente un alto valore simbolico. Questo il timore: che le numero sanzioni non sia granché efficaci oltre il valore simbolico. Notevole, per carità, basti pensare che in tutta la sua storia l’Unione europea ha sanzionato solo altri due leader mondiali, il siriano Assad e il bielorusso Lukashenko, tra l'altro al fianco di Putin. 

 

Una decisione, quella adottata dall’Ue, seguita anche dalla Gran Bretagna - che ha chiuso lo spazio aereo ai jet privati russi - e anche dagli Stati Uniti. Secca la risposta di Mosca. "Né Putin né Lavrov hanno conti in Gran Bretagna, né altrove all’estero", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo.

 

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