basta restrizioni

La metamorfosi di Crisanti: per i vaccinati infettarsi è un vantaggio, saranno più protetti in autunno

Dario Martini

Se anche il virologo paladino del pugno duro contro il Covid invita al "liberi tutti" significa che tutto ciò che potevamo fare l’abbiamo fatto. E che abbiamo davvero battuto il virus. In questi due anni abbiamo imparato a conoscere Andrea Crisanti, microbiologo dell’università di Padova, per la sua coriacea intransigenza di fronte a chi, a più riprese, chiedeva di mettere fine alle restrizioni e di riaprire l’Italia. Nell’aprile 2021, il virologo conosciutissimo per le sue "ospitate" in tv, bocciò il governo Draghi che aveva iniziato ad allentare le maglie delle chiusure.

 

«Riaprire è una stupidaggine epocale - disse - rischiamo di giocarci l’estate». Fortunatamente non andò così. Oggi, però, a un anno di distanza, Crisanti non sembra più lo stesso. Ha abbandonato la linea del rigore, ed è diventato aperturista. Una metamorfosi completa, tanto che ieri mattina, ospite su La7 a "L’Aria Che Tira", ha pronunciato parole che mai avremmo pensato di udire dalla sua voce: «Se una persona vaccinata si infetta questa malattia si presenta sotto forma di un raffreddore o di un mal di gola e, di fatto, prolunga la sua protezione». Quindi, «più il virus circola in questa situazione in cui siamo protetti, più saremo protetti in autunno». Crisanti dice apertamente che tutte le misure di contenimento a cui siamo stati abituati, dal green pass alle mascherine, sono diventate «inutili». Non a caso, ieri pomeriggio Draghi ha annunciato la fine dello stato d’emergenza dal primo aprile.

 

Crisanti ha partorito il cambio totale di rotta negli ultimi giorni. A fine gennaio, infatti, in un’intervista al Corriere della Sera, spiegava che «Omicron non è un raffreddore e che anche i vaccinati possono ammalarsi e veicolare il virus». Oggi, invece, la sua ricetta è addirittura più "spinta" di quella del premier. Il microbiologo toglierebbe tutto e subito. Illustra così il sui cambio d’approccio: «Io ero stato molto critico rispetto a determinate riaperture e abbassamenti della guardia a partire dalla primavera 2020, quando tutti credevano che il virus era praticamente sparito, che era diventato buono, e altre baggianate di questo genere.

 

Allo stesso tempo mi sono espresso criticamente relativamente alle riaperture dell’aprile 2021, perché la maggior parte della popolazione non era ancora vaccinata. Ma adesso abbiamo la dimostrazione pratica che i contagi si stanno abbassando per l’elevata protezione della popolazione. Nelle prime settimane di gennaio e nell’ultima di dicembre avevamo picchi di 250mila casi al giorno e le stesse restrizioni e contenimento che abbiamo adesso. Allora perché abbiamo questo calo dei contagi? Non certo per il green pass, non certo per le mascherine al chiuso o all’aperto, ma semplicemente perché siamo più protetti». Il merito, quindi, è dei vaccini. Non bisogna perdere tempo. «La durata della protezione indotta dal vaccino e quella indotta dall’infezione non supera, nel migliore dei casi, gli 8-12 mesi - dice Crisanti - Significa che più ritardiamo, paradossalmente facciamo meno gli interessi della comunità, perché è il momento in cui siamo più protetti, quindi essere prudenti in questo momento è sbagliato». Insomma, non solo è inutile, ma controproducente.

Per Crisanti c’è una sola cosa da fare: proteggere le persone fragili. Perché se da un lato lasciamo libertà al virus di diffondersi, dall’altro bisogna salvaguardare la vita di chi non viene salvaguardato a sufficienza dai vaccini.