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Ucraina, scatta la grande fuga da Kiev. Il mondo prepara la reazione a Putin

Per alcuni è il peggio che poteva accadere, per altri è solo l’inizio di un processo il cui punto finale ha contorni sempre più foschi: il presidente russo, Vladimir Putin, in un videomessaggio diffuso nella notte, ha annunciato l’avvio di una «operazione speciale» per demilitarizzare e «denazificare» l’Ucraina. Dopo aver denunciato che gli Stati Uniti hanno superato «le linee rosse» poste da Mosca, ha iniziato un attacco dalle frontiere russa, bielorussa e dalla Crimea: i bombardamenti hanno colpito diversi aeroporti, tra cui Kiev-Boryspil, e infrastrutture militari fino a Leopoli, alla frontiera con la Polonia. 

 

Putin ha avvertito che chiunque proverà ad attaccare la Russia subirà «conseguenze terribili» come pure chi interferirà. Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato di aver neutralizzato la difesa antiaerea ucraina, mentre le truppe hanno attraversato il confine dirette in Donbass. I leader separatisti filo-russi dell’Est Ucraina hanno assicurato che l’operazione sarà breve e mira a conquistare territori fino ai confini ’amministrativì delle regioni di Lugansk e Donetsk, vale a dire quelli precedenti alla guerra del 2014. «I civili non hanno nulla da temere», ha assicurato Mosca, sottolineando che non colpirà le città. Da parte ucraina, però, già si parla di alcune vittime civili (tre invece i morti ufficiali tra i soldati) in un rimpallo di denunce e smentite destinato ad andare avanti per tutta la giornata.

 

Si sono rincorse per ore notizie di esplosioni e colpi di artiglieria in diverse città in tutto il Paese, mentre da Kiev arrivavano immagini di code di auto in uscita dalla città e di gente radunata nelle fermate della metropolitana, diventati una sorta di rifugio. Le autorità ucraine hanno avvertito il Cremlino che sarà ritenuto responsabile di un eventuale bagno di sangue. Il presidente Volodymyr Zelensky - che ieri sera aveva fatto un accorato appello in russo ai vicini perchè non imbracciassero le armi - ha introdotto la legge marziale. Ha poi sentito al telefono i vertici Ue, il premier britannico Boris Johnson e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il quale ha condannato l’attacco definendolo «ingiustificato».

 

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Oggi è attesa un summit virtuale dei leder del G7 e una riunione del Consiglio Ue che discuteranno entrambe di nuove sanzioni contro Mosca. Anche la Nato ha convocato una riunione d’urgenza a livello di ambasciatori. La condanna delle cancelliere mondiali è stata praticamente unanime, a eccezione della Cina che ha fatto appello alla calma e ha anzi criticato l’utilizzo del termine «invasione» per definire le operazioni russe in Ucraina, bollandola come «preconcetta». Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha definito la mossa russa «ingiustificabile» e ribadito il sostegno all’Ucraina. Intanto, ha convocato a Palazzo Chigi una riunione del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio avrà una riunione d’urgenza dell’Unità di crisi con in collegamento da Kiev l’ambasciatore Pier Francesco Zazo.

 

Lo spettro di una crisi umanitaria per molti Paesi dell’Europa centrale è diventato oggi più concreto: già nei giorni scorsi erano stati messi in campo i preparativi per accogliere potenzialmente centinaia di migliaia di persone in fuga dall’Ucraina. Dall’altro lato il conflitto ha subito travolto i mercati: raffica di sospensioni della borsa di Mosca che cede il 30% mentre il rublo sprofonda al minimo storico. Volano i prezzi del gas e del petrolio col Brent che sfonda quota 103 al barile. In rialzo oro e metalli. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib scende di oltre il 3%. «È un giorno terribile per l’Ucraina e oscuro per l’Europa», ha commentato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Di certo è il momento più fosco nei due decenni di potere di Putin, un punto di non ritorno nella sua leadership e con conseguenze a lungo termine per tutto il mondo di una guerra che neppure i russi vogliono.