Morti per Covid, la tragica classifica dell'Oms: Italia peggiore in Europa
Italia pecora nera nell'Unione europea per il numero di decessi per Covid. A livello continentale, invece, oltre i confini della Ue, in una situazione peggiore dell'Italia si trova solo la Russia. A certificarlo è l'Organizzazione mondiale della sanità nell'ultimo bollettino settimanale.
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Il bollettino evidenzia un continuo calare dei morti di Covid nel mondo. A livello globale, durante la settimana dal 14 al 20 febbraio, i contagi registrati sono stati oltre 12 milioni, dato sceso del 21% rispetto ai 7 giorni precedenti. Anche i decessi hanno mostrato un trend in diminuzione (-8%), attestandosi sopra quota 67mila nell’ultima settimana. Ma, come detto, in Europa l’Italia resta seconda per numero di morti Covid.
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L'Europa, infatti, ha riportato un’ulteriore discesa questa settimana nei contagi, segnando oltre 7,2 milioni di nuovi casi, pari a -26% rispetto alla settimana precedente. È la terza settimana consecutiva di calo dei casi da quando il continente ha registrato il picco a fine gennaio. Solo un paese, l’Islanda, riporta un aumento superiore al 20% negli ultimi 7 giorni monitorati (17.293 contagi, +30%). Il record europeo sia nei casi che nelle morti è della Russia, che conta oltre 1,2 milioni positivi segnalati (-7%) e 5.252 morti (+9%). Alle sue spalle per quanto riguarda le vittime c’è l’Italia che questa settimana ha avuto 2.024 decessi, cioè 3,4 ogni 100.000 abitanti, in calo comunque dell’11%.
A livello mondiale da inizio pandemia i casi di Covid hanno superato quota 422milioni e oltre 5,8 milioni sono state le morti. In questa settimana l’unica area a segnalare un aumento nei contagi da Sars-CoV-2 è la regione del Pacifico occidentale (+29%), mentre tutte le altre regioni hanno riportato diminuzioni: -34% la Regione del Mediterraneo orientale, -29% le Americhe, -26% la Regione Europea, -22% quella Africana e -17% il Sudest asiatico. Il numero di nuovi decessi settimanali è aumentato nelle regioni del Pacifico occidentale (+21%) e dell’Africa (+20%) ed è sceso nel Sudest asiatico (-37%), nelle Americhe (-9%), nella Regione Europea (-5%) e in quella del Mediterraneo orientale (-4%).