"Ci siamo messi in trappola da soli", l'ammissione di Prodi su Putin e il gas. Cosa succede con la guerra in Ucraina
"Ci siamo messi noi nella trappola" del gas. Romano Prodi domenica 20 febbraio interviene a Mezz'ora in più, il programma condotto da Lucia Annunziata su Rai3, per commentare gli ultimi sviluppi della crisi in Ucraina e la morsa dei rincari dell'energia che rischia di metter in ginocchio l'industria. Quando abbiamo deciso di "finirla con i contratti di lungo termine" sull'energia "siamo finiti nelle mani della Russia, che capisce bene che ha bisogno di stabilizzare gli introiti di lungo periodo sia col petrolio che col gas". Anche all'Italia conviene "avere contratti a lungo periodo, a un prezzo che sarà un po' più elevato di quello passato ma infinitamente più basso di quello di oggi". Ma un compromesso sull'energia è possibile "solo solo se si apre un minimo spiraglio nella situazione politica internazionale" perché "i russi ci fanno nuotare ma ci tengono ogni tanto un pochino sott'acqua". Per l'ex premier, però, "il Mediterraneo è pieno di gas. Per 3 anni ho litigato che non si voleva il tap, oggi copre 1/10 del nostro bisogno", rivendica.
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Sulla crisi militare Prodi afferma: "Non credo ci sia interesse di arrivare alla guerra. La mia preoccupazione di questi giorni però è che si alimenti dall’interno un conflitto senza che poi nessuno riesca a spiegare come è scoppiato", dice l’ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea.
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Il presidente russo Vladimir Putin "chiede venti cose, su due o tre magari ha ragione, o quattro o cinque. Il problema è iniziare a discutere sulle cose concrete. Se dobbiamo partire dal discorso se ha ragione o se ha torto, allora dichiariamo subito la guerra che la finiamo, ma non è questo il modo in cui si risolvono i problemi internazionali", dice prodi che spiega: "Ci sono interessi molto divergenti, in alcuni campi Putin ha il coltello dalla parte del manico, in altri campi è debolissimo. Se vogliamo davvero evitare la guerra, serve mettere in rilievo la forza dell’uno e la forza dell’altro".
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C'è poi il ruolo "occulto" di Pechino. "La sua presenza ha semplicemente accentrato l’attenzione degli Stati Uniti verso l’Oceano Pacifico rendendo ancora più forte Putin", ha detto Prodi. La Cina "esiste ma non appare", dunque, "giusto qualche dichiarazione, ma la sua strategia è crescere, costruire alleanze e in qualche modo non sembrare mai aggressiva. La cosa importante è che la sua presenza e il fatto di aver accentrato l’attenzione degli Usa verso l’Oceano Pacifico rende più forte Putin. La Cina ragiona in termini di secoli, non di giorni, ragiona a lungo termine".