Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Novak Djokovic fa litigare il governo. Scontro sul green pass nel tennis

Pietro De Leo
  • a
  • a
  • a

Siccome in Italia siamo capaci di grandi ritardi ma anche di grandi anticipazioni sui tempi, ecco che scoppia un caso Djokovic anche qui. Riassunto delle puntate precedenti: il serbo campionissimo di tennis era stato al centro di un mezzo caso diplomatico per gli Australian Open. Lui, non vaccinato, aveva annunciato la partenza per la terra dei canguri forte di una deroga alla norma che consentiva la partecipazione al torneo solo per chi avesse ricevuto la somministrazione. Arrivato lì, però, emersero una serie di problemi, dovuti ad una non proprio trasparente comunicazione delle sue condizioni di contagio qualche settimana prima, e dunque Djokovic era stato rispedito a casa, dopo giorni d'attesa a Melbourne, tra aeroporto e un hotel per rifugiati, facendo scoppiare una polemica planetaria. Che ora riguarda anche noi, per quanto gli Internazionali di Roma si svolgano a maggio. Nel frattempo, infatti, Djokovic ha detto di esser pronto a rinunciare ad altri tornei importanti se il requisito dovesse essere il vaccino obbligatorio.

 

 

Intervistata da Libero, la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali giovedì ha parlato dell'appuntamento tennistico al Foro Italico. «È uno sport all'aperto e non è previsto il green pass rafforzato: quindi, se Djokovic vorrà venire a giocare in Italia, potrà farlo. Magari non utilizzando alberghi e ristoranti». Ieri, però, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha detto di non essere convinto delle argomentazioni della collega: «Ci sono delle regole che vanno rispettate finché ci sono. Io credo che con dei fronti, dei varchi, dare delle regole si finisca per dare dei messaggi sbagliati». Dallo staff della Vezzali, però, si specifica: «Le norme vigenti non prevedono per la pratica degli sport individuali, non di contatto e all'aperto, tra cui il tennis, l'obbligo del super green pass. Non si è mai parlato di concedere una deroga».

 

 

L'assessore alla Sanità della Regione Lazio dal suo canto tuona: «È triste un Paese che si dimostra debole con i forti e forte con i più deboli». Realista il senatore di Forza Italia Franco Dal Mas: «Gli stranieri possono entrare in Italia anche se non vaccinati, purché si sottopongano a tampone». E poi aggiunge: «Se ne desume che il vero problema a quanto pare, è dove si cambierà e si farà la doccia Novak Djokovic». Insomma, siamo già alla disfida preventiva dell'accappatoio. In un'infinita pandemia delle polemiche.

 

Dai blog