otto e mezzo
Otto e mezzo, che fine fa l'Italia tra crisi Ucraina e sanzioni. La previsione nera di Caracciolo: "Schiaffi da Usa e Russia"
"L'Italia prenderà schiaffi dagli americani e dai russi". La crisi ucraina con la Russia sul piede di guerra è l’oggetto dell’analisi geopolitica di Lucio Caracciolo, direttore di Limes. Ospite di “Otto e Mezzo”, il talk politico del preserale di LA7, giovedì 17 febbraio, sollecitato da Gruber che parlava di escalation, Caracciolo ha spiegato: “In Ucraina c’è una guerra da 8 anni, relativamente a bassa intensità che adesso diventerà più dura e poi c’è un’enorme guerra di propaganda per cui prenderei cum gran salis le dichiarazioni”.
Il direttore ha confermato che esclude una guerra diretta tra Russia e Usa mentre ritiene probabile una guerra indiretta sottolineando che di fatto “è già in corso”. L’aspetto più interessante della disamina però riguardava l’Italia e le vere preoccupazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi: “Se non si va alla guerra cosa si usa come surrogato? Le sanzioni e le contro sanzioni. E chi ci sta in mezzo? Noi – ha detto Caracciolo -. Prenderemo gli schiaffi dagli americani e dai russi e questo evidentemente non è una garanzia per il futuro del paese e del governo”. I
l caro bollette si intreccia con l’attuale situazione internazionale come ha illustrato il direttore: “Balleremo non solo per quello. Io penso che Draghi cercherà di scavalcare il Parlamento e i partiti dicendo ‘io ho questo piano, ma i partiti mi boicottano e farà un appello al paese. Che questo poi possa provocare un sussulto di coscienza o riformare i partiti ho qualche dubbio. Siamo in una fase di pre-commissariamento, dopo il pre-commissario viene quello vero”.
Gruber, che in precedenza aveva sostenuto che l’Italia fosse in una posizione delicatissima, ha sgranato gli occhi: “E sarebbe?”, “Qualcuno che ci mandano dall’Europa, ci sono tante forme, a partire dalla Troika. Se si continua in questo modo, visto che siamo un paese sistemico e alla Francia e alla Germani non frega niente se andiamo a gambe all’aria, a un certo punto ci verrà segnalato che forse è meglio finirla” ha concluso lapidario il direttore.