Il Movimento 5 Stelle si spacca pure sul green pass. Giuseppe Conte sconfessato sull'abolizione immediata
È il green pass l'ennesimo fronte aperto all'interno del Movimento 5 Stelle: un M5S che, mentre in Aula alla Camera si discute la proroga dello stato di emergenza, si scopre spaccato sull'opportunità di confermare o meno lo strumento del certificato verde in chiave anti-Covid. Con la linea di Giuseppe Conte sconfessata dai suoi parlamentari. E l'ex premier è poi costretto a fare la voce grossa per far rispettare la sua decisione. Nel corso dell'assemblea dei gruppi con Giuseppe Conte, convocata sulla piattaforma Zoom di buon mattino, sono molte le voci critiche che si levano dalla compagine parlamentare stellata per chiedere lo stop alle misure restrittive. «Siamo in uno stato di diritto dove non si può discriminare, abbiamo creato una tensione sociale infinita. Questa non è una battaglia che si può lasciare alla Lega», attacca la vicepresidente del Copasir Dieni, dicendosi contraria al green pass rafforzato per il lavoro e per i mezzi pubblici. Critiche al viceministro della Salute grillino arrivano dal collega senatore Pietro Lorefice: «Il 25 gennaio Sileri ha fatto una affermazione terribile: "per tutelare gli italiani renderemo ai non vaccinati la vita difficile". Non mi riconosco in queste affermazioni, disconosco tante dichiarazioni fatte da Sileri».
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Un «fuoco amico» al quale lo stesso Pierpaolo Sileri è costretto a replicare: «Io in tv per difendere la linea di Speranza? La linea non è quella di Speranza ma quello del governo», controbatte Sileri, che rispondendo a Lorefice poi prosegue: «Ha qualche problema nella comprensione di quello che ho detto... Non ho mai attaccato i non vaccinati, semmai i complottisti, quelli che minacciano di morte, quelli che pensano venga messo un microchip, quelli che mandano i proiettili alla collega immunologa...». Lo sfogo del viceministro non si ferma qui: «Prima di parlare e di giocare sui numeri, attenzione. Perché ci sono persone titolate a farlo, alle quali noi ci rivolgiamo. Non credo che siamo migliori dell'Oms. Nel momento in cui pensiamo di essere migliori degli altri, facciamo una ca...». Intanto Conte ascolta, prende appunti, e attende la fine degli interventi dei parlamentari prima di assumere le difese di Sileri: «Non invidio affatto il ruolo istituzionale che Sileri ha», un ruolo che «lo costringe a subire malumori e insofferenza che si diffondono tra la popolazione e anche tra i "portavoce"», dice il leader 5 Stelle.
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Per l'ex premier «dire che siamo fuori dalla pandemia non è proprio corretto, stiamo transitando nella fase dell'endemia. Non possiamo smantellare e dismettere le misure di precauzione sin qui adottate»: misure, sottolinea Conte, che non sono certo un «menu a la carte». «Noi siamo quelli che si sono assunti una responsabilità durante la pandemia e continuano ad averla però possiamo legittimamente rivendicare con il governo stesso un dialogo per lavorare insieme a una prospettiva di allentamento delle misure», insiste l'avvocato di Volturara Appula, che poi concede: «In prospettiva valuteremo le misure come le mascherine» e «anche quando si può tornare al green pass di base. Una valutazione va fatta, anche relativamente al turismo. Se in Europa il segno è diverso, rischiamo di penalizzare le nostre attività turistiche».
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