Basta con il green pass. Gianluigi Paragone tuona: "Non vogliamo più essere umiliati"
Che senso ha andare avanti con dichiarazioni come quelle che ho ascoltato negli ultimissimi giorni da parte di Ricciardi, il consulente del ministro Speranza, per cui bisogna convivere con il Green Pass? Che senso ha incistarsi in obblighi vaccinali senza che i dati confortino tale scelte politica? Che senso ha farci esistere solo e se mostriamo un qr code? Basta, davvero non se ne può più di una realtà artefatta dove gli scienziati sono una parodia di quel che dovrebbero essere; dove il governo non ha più la minima credibilità quando cita numeri e tabelle; e dove i cittadini vivono in uno stato ipnotico alimentato da tv e giornali. Davvero, basta. Qualcuno farebbe bene a pensare che questa gigantesca bolla (o balla) sta in aria senza un motivo valido, perché di emergenziale non c'è proprio più nulla se non l'annientamento dei diritti più fondamentali. Questa è l'unica emergenza in atto. Il governo dica quando deve finire questo ci-ne-ma! Basta, basta, basta. Risolvano una volta per sempre gli equivoci della vicenda.
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In primis, cessi subito lo stato di emergenza senza aspettare il 31 marzo: chi si doveva vaccinare si è vaccinato, chi non lo ha fatto non lo farà mai più, e infine chi non «aggiorna» il siero dopo le prime due dosi avrà maturato la propria decisione perché tradito dalla propaganda governativa. Inoltre facciano decadere la vergognosa ostensione del green pass rafforzato per andare a lavorare, una ferita profonda che oltre a minare le fondamenta dello stato di diritto umilia i lavoratori, togliendo loro la dignità. Il green pass non c'entra nulla - ma proprio nulla - con l'aspetto sanitario, è piuttosto una procedura becera e pericolosa; tanto che non basterebbe nemmeno la sospensione ma la cancellazione della sua matrice digitale: non deve più accadere che i diritti siano subordinati a un qualsiasi lasciapassare. La variante omicron è meno pericolosa delle violazioni e delle privazioni dei diritti materializzatisi a norma di legge, a cominciare dai bambini cui hanno tolto il sorriso. Il lasciapassare non può e non deve più essere riproposto, ma perché ciò accada va rotta l'ipnosi e il maleficio che lo sorreggono. Il green pass e il supergreen pass devono cessare a breve, bruciando la scadenza del 31 marzo. Inorridisco nel pensare che ogni azione del nostro vivere quotidiano sia scandito dalla lettura di un quadratino. E trovo scandaloso che ognuno di noi sia oramai quel codice e non più un cittadino italiano garantito da una Costituzione.
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Così come non ha senso la scadenza del 15 giugno per l'obbligo vaccinale che riguarda gli over 50, un'altra delle umiliazioni che il fanatismo di gente incompetente ha inferto senza che vi fosse alcuna prova o evidenza scientifica. Anzi, laddove ve ne erano (si veda il caso di Israele) non sono state prese in considerazione. Dunque è davvero ora di tornare a essere pienamente cittadini, uomini e donne consapevoli delle scelte che liberamente assumono. Questo Paese è sull'orlo di una crisi di nervi, provocata dalla somma di decisioni (spesso estreme e fallimentari), e non è più in grado di reggere ulteriori stress. Se qualcuno pensa di contare su un «esercito di vaccinati», come spesso sento dire in televisione, non ha capito che in quella platea di persone ce ne sono parecchie che all'hub ci sono andate perché non avevano scelta, nel senso che non potevano rinunciare a una busta paga o semplicemente non avevano la serenità per vivere quella resistenza che altri invece hanno combattuto.
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