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Il vaccino Novavax è sparito. L’interrogazione a Nicola Zingaretti: ennesimo favore a Big Pharma

È giallo sul vaccino Novavax. Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega e membro della commissione Sanità della Regione Lazio, ha chiesto in un’interrogazione a risposta scritta, indirizzata al Governatore Nicola Zingaretti e al suo assessore alla Sanità Alessio D’Amato, lumi sulla situazione del prodotto proteico contro il Covid: “Novavax doveva essere l’ideale per convincere quei 250mila soggetti non vaccinati nel Lazio a effettuare l’inoculazione, ma solo qualche giorno fa l’assessore D’Amato, incalzato dalla stampa, ha incredibilmente detto di non saperne nulla. Ma come può il reggente della sanità regionale non avere notizie su un elemento tanto importante per la salute pubblica, quando nemmeno un mese prima la Regione aveva annunciato la messa a punto del ‘piano Novavax’, con l’allestimento di ben quindici hub su tutto il territorio, di cui sette solo nella capitale?”.

 

 

Il vaccino Nuvaxovid, prodotto dall’azienda di biotecnologie Novavax e approvato recentemente dall’AIFA - continua il documento di Giannini - sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti ed è in uso già per diverse infezioni virali. I dati disponibili avrebbero mostrato un’efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica anche nella popolazione anziana. Chiediamo pertanto alla giunta regionale a che cosa siano dovuti i ritardi relativi alla consegna delle dosi del vaccino, in quale data sia prevista la consegna, in quante dosi e come sia stato approntato il piano vaccinale a riguardo. Sarebbe un peccato se, dopo Sputnik, Reithera e Astrazeneca si perdesse la possibilità di avere a disposizione un’altra arma contro il Covid, facendo, innegabilmente, ancora una volta, un favore - la chiosa del leghista - ai colossi di ‘big pharma’ Pzifer-Biontech e Moderna”.