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Quarta Repubblica, bomba del virologo Broccolo: "Basta terze dosi a occhi chiusi", il grave rischio per i giovani

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Si sta facendo una boosterizzazione "ad occhi chiusi" mentre sarebbe più opportuno di valutare le reali condizioni del paziente. Francesco Broccolo, virologo dell’Università Bicocca di Milano, non le manda a dire e ancora una volta mette in discussione le scelte del governo e dei tecnici sulla gestione della pandemia e in particolar modo sulla campagna vaccinale. Il professore, lunedì 14 febbraio, è ospite di Nicola Porro a "Quarta Repubblica", il programma di approfondimento di Rete 4,

 

Sotto la lente il pressing delle somministrazioni sui più giovani e il legame con l'obbligo di green pass in numerosi contesti. "Nella fascia 12-39 anni si osserva che i boosterizzati", ossia le persone che hanno ricevuto tre dosi di vaccino anti-Covid, "si ospedalizzano di più rispetto ai vaccinati in doppia dose" afferma Broccolo che cita alcuni recenti studi. In sintesi "i giovani hanno fatto dosi più ravvicinate" di vaccino rispetto alle fasce di età superiori, che rischiano di essere controproducenti. La somministrazione di dosi ravvicinate potrebbe portare "a un fenomeno di anergia del sistema immunitario", ossia a una mancanza di reazione da parte dei meccanismi di difesa dell'organismo.

 

Per Broccolo dunque la scelta di puntare su una terza dose generalizzata non era quella giusta. Sempre nella fascia di età tra 12 e 39 anni "forse avrei fatto il booster nei soggetti fragili, non l'avrei sicuramente fatta nei guariti" dice il professore. 

 

"È uscito un lavoro che dimostra che il booster non ha senso fatto nei guariti, non solo in quelli vaccinati. Non se ne parla mai. L'infezione naturale", ossia quella dopo la guarigione, "può durare fino a 15 mesi". Il guarito "va selezionato per la dose booster - conclude il virologo -  non si può boosterizzare a occhi chiusi. Va valutato il paziente, caso per caso." 

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