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No vax, ecco la stretta per gli over 50: chi non ha il super green pass non può lavorare

Alessio Buzzelli
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Come ampiamente annunciato nelle ultime settimane, a partire da domani 15 febbraio entrerà in vigore l'obbligo per tutti i lavoratori over 50, sia pubblici che privati, di avere il super green pass o green pass rafforzato per accedere nei luoghi di lavoro. Un obbligo vaccinale de facto che inizialmente avrebbe dovuto coinvolgere secondo i dati forniti dal governo l'8 gennaio scorso, data di pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale - una platea di circa 2,1 milioni di italiani di età superiore ai 50 anni, platea frattanto diminuita nel giro di un mese di circa un terzo, arrivando a quota 1,5 milioni di persone, grazie alle 648mila nuove prime dosi somministrate (30% del totale).

Da domani dunque coloro i quali non saranno in possesso del lasciapassare ottenuto tramite vaccinazione e/o guarigione saranno sospesi dalle proprie mansioni lavorative e privati dello stipendio, perché considerati assenti ingiustificati, anche se senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. A dover occuparsi del controllo delle certificazioni sul luogo di lavoro saranno, secondo quanto disposto dal decreto, i datori di lavoro, i quali potranno verificare lo stato vaccinale dei propri dipendenti anche attraverso controlli a campione - pratica questa «sconsigliata» pervia delle elevate sanzioni in cui si rischia di incorrere qualora le forze dell'ordine accertassero delle violazioni.

Già, perché oltre alle salate multe previste per il lavoratore over 50 nel caso in cui venisse colto sul luogo di lavoro senza green pass rafforzato, comprese tra i 600 e i 1.500 euro, sono previste sanzioni anche per i controllori «distratti», che rischiano di dover pagare tra i 400 e i 1.000 euro in caso di mancata verifica dei certificati dei dipendenti. Alla sospensione dello stipendio e alle sanzioni relative al mancato possesso super green pass, bisogna poi aggiungere la multa di 100 euro una tantum irrogata già dal primo febbraio scorso dall'Agenzia delle Entrate nei confronti degli over 50 che continueranno a scegliere di non vaccinarsi (i trasgressori avranno a disposizione 180 giorni per pagarla).

Il complesso di disposizioni riguardanti i cittadini che hanno più di 50 anni resterà in vigore almeno fino al 15 giugno 2022, anche se da più parti si pensa già di prorogarne la scadenza, come adombrato recentemente dal Sottosegretario alla Salute Andrea Costa («Per il Super Green Pass over 50 dobbiamo essere rigidi, andando anche oltre la scadenza del 15 giugno. Siamo convinti della scelta presa bisogna tenere il punto»).

E sulle nuove norme si è espresso anche il Ministro Roberto Speranza, intervistato ieri nel corso della trasmissione «Mezz' ora in più» andata in onda su Rai 3. Durante il programma, Speranza ha ovviamente ribadito più volte pieno sostegno a quanto stabilito dal nuovo decreto: «Le polemiche le guardo con un certo distacco - ha dichiarato il Ministro. Penso che l'obbligo vaccinale per gli over 50 sia stata una scelta giusta e coraggiosa e credo che dobbiamo insistere ancora sui vaccini». Il chiaro riferimento è alle polemiche sollevate da chi negli ultimi giorni ha fatto notare come le regole in vigore da domani in Italia vadano in totale controtendenza rispetto a quanto sta accadendo nel resto d'Europa, dove le restrizioni invece stanno lentamente sparendo. Ma quella di Speranza è stata in realtà una difesa a tutto tondo della strategia complessiva del governo, soprattutto per quanto riguarda la campagna di vaccinazione, definita dal Ministro «straordinaria», con oltre il «90% delle persone sopra i 12 anni che sono state vaccinate».

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