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Balneari all'ultima spiaggia: inizia la discussione sulla direttiva Bolkestein

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Pietro De Leo
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Oggi si apre un’altra partita difficile, che interverrà su vari percorsi, quello del governo e del centrodestra. Si tratta del nodo rinnovo concessioni balneari. Riassunto delle puntate precedenti: la scadenza è fissata per il 2023, e la direttiva Bolkestein sancisce la messa a gara, così il nostro Paese è dal dicembre 2020 in pre-procedura di infrazione per violazione delle norme sulla concorrenza.

La messa a gara, però, metterebbe a repentaglio la sopravvivenza di quelle aziende, spesso familiari, che sugli stabilimenti hanno costruito la loro storia e quelle delle località di vacanza, rappresentando anche punti di riferimento per intere generazioni. Imprese che hanno investito migliaia e migliaia di euro per la ricettività e che, peraltro, nelle ultime due estati hanno dovuto anche sborsare ulteriori fondi per gli accorgimenti anti-covid, tra distanziamenti degli ombrelloni e sanificazioni immediate delle postazioni.

Dunque, ora una nuova spada di Damocle pende nuovamente su questa realtà. Qualche giorno fa il Vicepresidente della Commissione europea Paolo Gentiloni ha ribadito la necessità di riassegnare le concessioni tramite gare, incontrando la dura replica di Matteo Salvini, che ha parlato di una “indegna invasione di campo anti-italiana”.

Oggi quindi inizia la discussione generale su una mozione che Fratelli d’Italia ha presentato per prorogare le concessioni di 99 anni e su questo si snoderà il dibattito e, forse, si potrebbe delineare, relativamente al testo, un diverso assetto di centrodestra. Così almeno pare di comprendere stando alle parole del vicecapogruppo Pd Piero De Luca, che ieri all’Ansa ha annunciato: “stiamo lavorando ad una mozione unitaria della maggioranza, in contatto anche con quanti nel governo stanno lavorando a queste tematiche”. E la maggioranza comprende anche Lega, Forza Italia e centristi.

A proposito di governo, qualche giorno fa il ministro del turismo Massimo Garavaglia, della Lega, ha affermato a Radio Radicale: “si deve trovare una soluzione definitiva per dare agli operatori del settore balneare sicurezza, garanzia e una prospettiva a lungo termine. Penso che si vada in questa direzione”. Poi ha sottolineato la necessità di “trovare una regolamentazione che, pur tenendo conto delle richieste dell’Ue sulla concorrenza, dia una tutela degli interessi legittimi. Se una famiglia vive di quello è giusto che vada avanti a vivere di quello”. E un po’ lo stesso principio l’aveva anche espresso, nel centrodestra, il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani: “siamo tutti quanti al lavoro per trovare una soluzione che tuteli le imprese balneari italiane. Applicare la Bolkestein senza individuare soluzioni che tutelino le imprese sarebbe un grave errore, perché la nostra economia già soffre”. Lanciando poi un allarme: “attenzione ai rischi che ci sono: dobbiamo evitare che facendo le gare senza regole precise ci troviamo la mafia russa o la mafia cinese che viene a comprarsi spazi di litorale italiano. Quindi attenzione, attenzione, prudenza”. In ogni caso, pare che il Presidente del Consiglio Draghi sia intenzionato a percorrere la strada della gara. Magari nella legge annuale sulla concorrenza. Trovare il punto di caduta è la difficoltà.

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