Il caso della quarta dose di vaccino in Piemonte. La protesta dopo il dietrofront del governo: c'era il via libera
Scoppia il caso tra il governo e la regione Piemonte sulla quarta dose di vaccino agli immunodepressi. Negli scorsi giorni da Torino avevano annunciato l’inizio delle somministrazioni del prodotto anti-Covid per i 58mila soggetti più fragili del territorio, ma è arrivato l’alt da parte del ministero della Salute alle nuove iniezioni, nonostante questa fascia di popolazione abbia fatto il primo booster diversi mesi fa: “La quarta dose, esclusivamente per gli immunodepressi, è oggetto di valutazione da parte della nostra comunità scientifica. Solo dopo il pronunciamento di AIFA potrà eventualmente essere autorizzata”.
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La presa di posizione del dicastero guidato da Roberto Speranza è arrivata quando l'Unità di crisi piemontese aveva già dato indicazione alle Aziende sanitarie di procedere con la convocazione dei soggetti interessati e su La Stampa si parla addirittura di “caso” e di “sgambetto” del ministero al Piemonte, i cui vertici si sentono spiazzati per la decisione. A Torino sono seccati per l’accaduto e spiegano che la richiesta di chiarimenti a Roma e la prima risposta positiva sono risalenti addirittura 21 gennaio. In quella data c’era stato un semaforo verde per un’altra dose booster agli immunodepressi. Dopo tali comunicazioni, che avevano fatto quindi pensare e preparare l’inizio della quarta fase della campagna vaccinale, non erano arrivate altre precisazioni ed era tutto già pronto per le convocazioni. Ora monta la polemica.
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