Gli eroi sono stati subito dimenticati: il Senato boccia i ristori per le famiglie dei medici morti di Covid
Tante parole di elogio e di cordoglio, poi nei fatti il nulla per chi ha combattuto il Covid in prima linea, arrivando anche a rimetterci la vita. "La mancata approvazione del subemendamento presentato dalla senatrice Maria Cristina Cantù è un’occasione persa. L’occasione di dimostrare gratitudine ai medici che hanno dato la loro vita per continuare a curare durante la pandemia. Ringraziamo Cantù e i senatori che lo hanno proposto, prima in legge di bilancio e poi in sede di conversione del decreto-legge 221/21, - proroga stato di emergenza e contenimento epidemia Covid-19". È questa la reazione del Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, che commenta quanto accaduto al Senato durante la Conversione in legge, con modificazioni, del decreto ’Festivita' del 24 dicembre. Il subemendamento, dopo aver incassato il parere contrario della Commissione Bilancio ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione, è stato, durante la discussione in Aula, ritirato e riformulato come Ordine del Giorno, accolto dal Governo.
"Dispiace che non si siano trovati i fondi per poter dare un ristoro anche simbolico, oltre che economico, alle famiglie di questi colleghi, medici di famiglia, liberi professionisti, specialisti ambulatoriali, odontoiatri - continua Anelli -. Famiglie che, in molti casi, sono, insieme alla perdita umana, rimaste prive dell’unica fonte di sostentamento e alle quali sono negati gli indennizzi Inail". "I medici che hanno perso la vita soprattutto nelle prime fasi della pandemia, quando hanno combattuto a mani nude contro il virus, in un contesto in cui mancavano mascherine, guanti, i più elementari dispositivi di protezione, lo hanno fatto per i loro pazienti, per il loro Paese - conclude Anelli -. È giusto che ora il Paese riconosca il loro sacrificio, il sacrificio delle loro famiglie e provveda a quanti sono rimasti a ricordarli, sopportando, oltre al dolore della perdita, situazioni economiche anche drammatiche. Invitiamo dunque tutto il Parlamento a una riflessione in tal senso".
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