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Pillole anti-Covid, così la venderanno in farmacia

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Rendere i farmaci antivirali - Paxlovid della Pfizer e Molnupiravir della Merck - disponibili anche nelle farmacie del territorio. È questa l’opinione di Francesco Vaia, direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma e Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, emersa nel corso del webinar "Da Covid-19 a Covid-22. Nuove strategie di intervento per una pandemia che cambia" organizzato dall’ospedale Spallanzani di Roma.

Nel corso dell’incontro si è infatti discusso della situazione nei diversi Paesi sulle terapie precoci, anticorpi monoclonali e antivirali ad azione diretta, che hanno lo scopo di prevenire il rischio di un'evoluzione clinica sfavorevole di Covid-19. In Italia è stato fatto un grande sforzo per consentire l’accesso agli anticorpi monoclonali e si è avviata rapidamente la somministrazione dei farmaci antivirali che si assumono per via orale.

 

 

 

 

Gli esperti degli altri Paesi intervenuti hanno ricordato che «ad oggi c’è un solo anticorpo monoclonale attivo contro Omicron, che è disponibile in quantità limitate». Berger e Fisher hanno sostenuto che proprio per questo motivo oggi bisogna dare priorità alle persone immunodepresse per la terapia precoce con i monoclonali. È stato anche sottolineato come sia importante rendere possibile l’uso di «anticorpi monoclonali anche per la prevenzione dell’infezione in persone immunodepresse non protette dal vaccino che siano state esposte a un potenziale contagio».

Oggi però, hanno ricordato tutti i relatori, la sfida delle terapie precoci è anche una sfida logistica, perché spesso è difficile portare i trattamenti a persone contagiate entro 24-48 ore dalla comparsa dei sintomi. Ed è proprio a questo proposito che, a parere di Palù e Vaia, «è importante rendere possibile la distribuzione dei farmaci antivirali anche nelle farmacie».

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