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Truffe e illeciti sui finanziamenti Covid, due inchieste a Padova e Ascoli

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Ancora sostegni e bonus presi in maniera illegittima. I Finanzieri del Comando Provinciale di Padova hanno dato esecuzione a un’ordinanza che disponeva 6 misure cautelari personali e a un decreto di sequestro preventivo di beni, per un valore di 3,5 milioni di euro circa, emessi dal G.i.p. alla sede, nei confronti di soggetti ritenuti - secondo l’impostazione accusatoria - parte di un’associazione per delinquere, radicata a Padova, dedita alla commissione di una truffa di rilevanza nazionale perpetrata tramite l’indebito conseguimento di finanziamenti garantiti dallo Stato, per un importo pari a 4,3 milioni di euro, resi più agevolmente accessibili dalle misure urgenti adottate per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Contestualmente, sono state eseguite diverse perquisizioni in luoghi riconducibili agli indagati nelle province di Padova, Ferrara e Roma.

 

Dai primi mesi del 2020 i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Padova hanno avviato le indagini sul conto di due soggetti, finalizzate ad accertare la commissione di truffe ai danni dello Stato. All’esito delle attività investigative, allo stato nella fase delle indagini preliminari, sono state complessivamente segnalate all’Autorità Giudiziaria 20 persone fisiche, di cui 2 sottoposte agli arresti domiciliari, in quanto ritenuti i principali artefici del meccanismo truffaldino, 2 all’obbligo di dimora e 2 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, nonché 23 persone giuridiche per illeciti amministrativi dipendenti da reato.

 

Non solo. I finanzieri del Comando Provinciale di Ascoli Piceno hanno individuato 5 aziende, con profili di gravi anomalie, rispetto alla percezione di finanziamenti illeciti, «assistiti da garanzia statale», connessi all’emergenza Covid, per un importo di 110mila euro. In particolare, gli ultimi interventi di polizia economico-finanziaria, condotti dalla Compagnia di San Benedetto del Tronto, hanno accertato una serie di illeciti commessi dalle 5 aziende investigate, che spaziano dalla falsa indicazione di dati contabili e certificazione di operazioni commerciali mai poste in essere, fino alla ricorrenza di vere e proprie distrazioni delle risorse ottenute, destinandole a finalità non attinenti all’esercizio dell’attività imprenditoriale. I rappresentati legati delle società ispezionate sono stati tutti denunciati alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, per i reati di malversazione e/o di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. L’importo delle elargizioni garantite, indebitamente percepite o distratte, è stato, appunto, di 110mila euro. Per 3 di loro, che hanno trasferito l’indebito finanziamento in altre realtà imprenditoriali, è scattata anche la denuncia per il più grave delitto di auto riciclaggio, per un profitto illecito reimpiegato pari a 67.500 euro. La Procura presso la Corte dei Conti per le Marche di Ancona è stata deputata a rilevare l’eventuale sussistenza di profili di responsabilità erariale, da sommarsi a quelli di carattere penale. 

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