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Tragico errore di Conte sui sussidi. L'incompetenza premia i criminali

Franco Bechis
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Mille pizzicati in un solo giorno ad essersi intascati 6 milioni di euro di reddito di cittadinanza con una truffa e non avendone alcun diritto non sono un caso qualsiasi di quelli che sono sempre accaduti con ogni sussidio erogato. C'è chi ruba e chi non lo fa e riceve quello di cui ha bisogno per sopravvivere, è vero. Ma le disfunzioni del reddito di cittadinanza sono ormai di un’evidenza clamorosa. E cominciano a diventarlo anche quelle della Naspi, l’indennità di disoccupazione che viene utilizzata da sempre più percettori per abbandonare un lavoro regolare, ottenere a spese dello Stato l’80% dello stipendio che percepivano e poi integrare con lavori in nero che pullulano ovunque.

 

Accade sempre più spesso nel settore della ristorazione, dove camerieri e cuochi cercano scientificamente di essere licenziati per ottenere la comoda Naspi e poi lavorare la metà di prima raggiungendo lo stesso stipendio anche a fronte di un’ abbondante offerta di posti irregolari in quel settore, spesso in mano ad organizzazioni che è difficile non definire criminali. Nei giorni scorsi abbiamo raccontato delle clamorose indagini della guardia di Finanza sulla diffusissima truffa legata al superbonus del 110% ed altre misure collaterali varate dal governo di Giuseppe Conte: sono emersi non spiccioli, ma la bellezza di due miliardi di euro sottratti senza averne alcun diritto dalle casse dello Stato. 

L’Italia è un paese di furboni, se usiamo un termine tenero. Ma è anche pieno di criminali, più o meno organizzati. In una situazione simile legare l’ intervento pubblico dello Stato esclusivamente a bonus e sussidi come è accaduto in questa legislatura con i due governi Conte è stato errore tragico. Aggravato dall’incapacità tecnica di chi era al comando e ha scritto talmente male le leggi varate da favorirne l’uso criminale, perché sventolando bandiere ideologiche non si preoccupavano poi degli antidoti e dei controlli di legalità. Favorendo così un uso tossico delle norme ben peggiore di quello che gli stessi additavano quando i legislatori erano altri. 

 

Adesso sappiamo che anche la buona fede può essere malvagia se porta insipienza e incompetenza nel cuore dello Stato, ed è lezione da imparare a memoria. 

Siamo qui a raccontare brutte storie venute per fortuna alla luce. Non è accaduto grazie alla vigilanza e ai controlli di chi eroga bonus e sussidi, ma per puro colpo di fortuna: errori gravi compiuti da chi aveva messo in piedi le truffe. Nel caso dei bonus edilizi si erano fabbricati crediti fittizi fatti circolare in società di comodo improvvisamente divenute investitori in mattoni che non esistevano. Tutto è saltato alla luce perché poi passato il credito di mano in mano, la piccola organizzazione di delinquenti che era riuscita a fregare allo Stato più di 400 milioni di euro ha compiuto per leggerezza un errore imperdonabile: portare al fallimento una di quelle piccole società che si palleggiavano i crediti di imposta fittizi. Così guardando i numeri di quel micro fallimento la Finanza è riuscita ad avvolgere il filo di Arianna che ha fatto scoprire la maxi truffa. 

 

È stato un altro banale errore a fregare i quasi mille stranieri che da mesi percepivano a Torino senza averne diritto il reddito di cittadinanza: avere indicato come residenza l’indirizzo virtuale che ogni città ha per gli invisibili (senza tetto, immigrati irregolari, rifugiati), sbagliando però il numero civico. Avessero inserito quello dei senza tetto (falso comunque: i percettori non erano in quelle condizioni) probabilmente nessuno li avrebbe scoperti. Si sono sbagliati, e hanno messo il numero civico della via riservato alla residenza virtuale dei rifugiati politici, condizione nella quale non possono essere ricompresi gli oltre 300 cittadini comunitari rumeni che risultavano. 
Chi vive in condizioni di povertà ha bisogno di essere aiutato a sopravvivere dallo Stato, su questo non ci sono dubbi. Come chi perde un lavoro deve avere strumenti di sostegno fino a quando non è in grado di trovarne un altro. Ma se i numeri della distorsione sono così larghi e ormai evidenti, è chiaro che le leggi esistenti non funzionano e sono troppo permeabili da intenti criminali. Vanno ripensate e riscritte, perché non si possono buttare via così le risorse di una comunità. Lo stesso vale per il superbonus del 110%. Lo so che piace molto non solo al grillino Riccardo Fraccaro che lo ha ideato nel secondo governo Conte, ma anche al centrodestra, ai proprietari di casa, alle imprese di costruzioni e al loro indotto. Non può non piacere una misura che in tempi rapidi consente di fare lavori importanti non solo non pagandoli, ma vedendoseli rimborsare al 110%.

Ma già in sé una misura che crea un valore fittizio del 10% e che non ha sotto un bene a riferimento, e poi consente di fare finanza all'infinito su quel valore attraverso la cessione dei crediti non può che provocare distorsioni. Quella era proprio la finanza additata dai grillini come il male del mondo. Da quando è arrivato Conte a provocare la loro mutazione antropologica è divenuta addirittura un modello di riferimento. Con la scoperta delle gigantesche truffe Mario Draghi ha imposto uno stop al commercio di quei crediti, cedibili una sola volta a terzi. Tutti protestano oggi sostenendo che in questo modo si tarpano le ali all’unico settore che faceva crescere davvero il Pil. Può essere, ma bisogna trovare una terza via ragionevole. Perché alla situazione precedente davvero non si può tornare.

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