Papa Francesco da Fabio Fazio, il Pontefice vuol convertire la tv
Mattarella telefona ad Amadeus per complimentarsi per Sanremo, il Papa va direttamente in tv da Fabio Fazio domani sera. Un uno-due che tramortisce l’informazione. A colpire, manco a dirlo, è la notizia che riguarda il Pontefice. Ancora meglio, lo sconcerto che il Papa – tenero e rock al tempo stesso – semina in Vaticano per la sua decisione.
Del resto, ricorda chi conosce bene il Santo Padre, è stato proprio Francesco a dire tempo addietro che “è finita l’epoca del Papa in carcere”. Ovvero, stop alla forma che non diventa mai sostanza, se dipendesse tutto da lui sarebbe un’altra vita, altro che i protocolli rigidi dello Stato Vaticano e quelli imposte dalle ragioni di sicurezza.
Macché, detto e fatto. Lo ha deciso di testa sua e nemmeno gli uomini comunicazione della Chiesa pare ne sapessero nulla. I più pensavano ad una scherzo. E invece non è una burla.
Ieri, per tutto il giorno, sotto i colonnati della Santa Sede, non si parlava d’altro. Vescovi e Cardinali sorpresi e in pochi hanno preso coraggio per sconsigliare il Papa ad avventurarsi nella trasmissione di RaiTre. Ma, si sa, l’uomo è fatto così.
“Mica è che Tempio che fa”, ha borbottato uno dei prelati più spiritosi, è un modo per mandare letteralmente “alle stelle” l’auditel della trasmissione, ha replicato il suo interlocutore. In fondo, che ci sia sconcerto è anche abbastanza normale e lo sa sicuramente pure Papa Francesco, che è davvero un Pontefice fuori dagli schemi e non dagli schermi.
Chissà che ne pensa il suo predecessore, il Papa emerito Ratzinger, che magari preferì far discutere il mondo su una memorabile Lectio magistralis pronunciata all’università tedesca di Ratisbona, anziché intrattenersi in tv con un conduttore molto conosciuto al massimo in Italia.
Comunque, complimenti a Fabio Fazio per lo scoop e viene da chiedersi come sia stato orchestrato tutto questo. Si sa solo che il Pontefice ha deciso senza consultare nessuno – così dicono – e anziché ricevere in udienza Fazio, come si fa normalmente, ha preferito andare lui in trasmissione. Una versione mediatica del “se la montagna non va da Maometto, è Maometto ad andare alla montagna”.
A questo punto la speranza è che se sarà un’intervista – anche se il format della trasmissione è ancora riservato – il Papa possa disporre in anticipo delle domande, come avviene ad esempi nelle udienze formali, quando i discorsi degli ospiti sono conosciuti prima dal Pontefice.
Sicuramente, assisteremo al consueto polpettone sui migranti, argomento di casa da Fazio. E poi il siparietto con Luciana Litizzetto, di difficile conversione anche per Papa Francesco.
Le preoccupazioni in Vaticano riguardano anche gli effetti che la presenza del Santo Padre in quel tipo di trasmissione avrà sul pubblico, anche se – va detto – questa non sembra mai la preoccupazione principale del Capo dello Stato vaticano.
Certo, è un tipo di comunicazione davvero inconsueta, dice riparato dall’anonimato chi rimpiange antichi messaggi papali. Come quello che Papa Giovanni Paolo II pronunciò all’indirizzo della bande criminali della mafia, da Agrigento, dopo i delitti Falcone e Borsellino: “Dio ha detto una volta: non uccidere. Non può l’uomo, qualsiasi uomo, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Nel nome di Cristo, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!”. Difficile immaginare domani sera parole del genere.
Ma in fondo il Papa, questo Papa, è fatto così, ricco di una normalità davvero differente rispetto alle usanze della Chiesa. Recentemente lo abbiamo visto entrare in un negozio di dischi al Pantheon, non escludiamo di trovarcelo a fianco una sera in pizzeria. Che in fondo è il suo sogno, confida chi lo conosce meglio di noi.