Marche in zona arancione, la Regione contro Speranza
Marche in zona arancione da lunedì 7 febbraio. E' in arrivo l'ordinanza del ministro Speranza che provocherà il cambio di fascia alla regione. Il dato dell’occupazione delle terapie intensive è al 26,3% - numero record ad oggi in Italia - e il 33,1% quello dell’area medica. Per passare in arancione, occorre superare, infatti, contemporaneamente tre indicatori: il 20% dei posti letto occupati in terapia intensiva, il 30% dei posti letto occupati nelle aree mediche e un’incidenza settimanale di contagi oltre i 150 casi ogni 100mila abitanti. Intanto, nella giornata di oggi, nelle Marche si registrano 4.030 nuovi positivi al Covid. Di questi, 609 sono sintomatici. Il totale di tamponi effettuati è di 13.098, di cui 10.604 nel percorso diagnostico. Scende il tasso di positività, pari al 38% (ieri 40,6%) e anche quello di incidenza cumulativo ogni 100mila abitanti, che si attesta a 2.071,33 (ieri 2.128,60). Sono i dati forniti dal servizio sanitario della regione Marche.
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Il vicepresidente della Regione Mirco Carloni attacca una misura che ritiene ingiusta. «Il passaggio in zona arancione mi preoccupa molto - premette l’assessore con delega allo Sviluppo economico - Non tanto perché cambi qualcosa di sostanziale nella gestione del Covid quanto perché è uno schiaffo all’impegno che i marchigiani hanno messo e alla serietà con cui hanno fatto i vaccini. Come rappresentante della Conferenza delle Regioni per le attività produttive sono molto preoccupato per la situazione economica perché il passaggio in zona arancione genera una situazione di paura e questo impatta nei consumi e nelle attività economiche che sono già disperate». Un errore secondo Carloni che, come fatto da tutti i governatori italiani, esorta il Governo ad adottare altri criteri. «È una cosa profondamente sbagliata perché ritengo che, come hanno giustamente proposto tutti i presidenti di Regione al Governo e al ministro Speranza, il momento della normalizzazione non si concilia più con questa fase delle fasce di colore - aggiunge Carloni - Dobbiamo superare definitivamente il sistema dei colori e delle zone di rischio. Fare una revisione anche sulla sorveglianza sanitaria distinguendo tra sintomatici e asintomatici e soprattutto va gestito diversamente sia l’isolamento dei lavoratori sia la sorveglianza nelle scuole. Si può mettere in quarantena una classe se ci sono persone sintomatiche: questo è un accanimento burocratico che i marchigiani non si meritano».