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Alla senatrice rubano il cappotto, il clamoroso furto a Montecitorio

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Alla senatrice rubano il cappotto. Clamoroso furto a Montecitorio. Una vicenda degna di Gogol, una vera e propria disavventura nel giorno più solenne per le istituzioni: l’elezione del presidente della Repubblica. Akakij Akakievic, dopo aver cercato invano giustizia, muore di freddo senza ritrovare il suo prezioso cappotto.

 

 

 

 

 

A Cinzia Leone è andata meglio. Ne ha recuperato un altro nell’armadio. Ma la sostituzione non ne ha attenuato lo sdegno. «Sono #INDIGNATA», è il messaggio che Leone affida ai social dopo aver preso atto che dopo qualche giorno nessuno le ha ancora recapitato l’indumento trafugato a Montecitorio. Le doglianze della senatrice raccolgono qualche centinaio di like.

«Buongiorno care e cari, scusate lo sfogo ma sono profondamente INDIGNATA su quanto mi è accaduto in Transatlantico di Montecitorio, venerdì scorso al termine della votazione del PdR. Premesso che in aula non è consentito entrare con il cappotto (della foto) lo lasciai, giusto il tempo della votazione, su di uno dei divani nel Transatlantico». Un capo dal taglio militare, un doppiopetto con bottoni dorati, un tessuto che si intuisce soffice e caldo, un bell’indumento che protegge dagli spifferi di un inverno non troppo freddo, in verità, senza che l’eleganza ne risulti sacrificata. Per dirla con l’immortale russo: «C’erano due vantaggi: uno, che teneva caldo e, secondo, che faceva figura». Ma l’imprevisto incombe. «Ebbene il cappotto non l’ho trovato laddove lo lasciai, dopo il voto, al che iniziai a controllare nei vari divani, ma niente», denuncia la senatrice rivolgendosi ai suoi amici di Facebook. Il dubbio cerca di stemperare l’amarezza. «Ho sperato che qualcuno lo avesse preso involontariamente e che a breve giro lo avrebbe fatto rinvenire al guardaroba», confessa Leone, e poi l’amara consapevolezza: «Sono trascorsi giorni ma mi è stato confermato stamane che nessuno ha fatto pervenire il mio cappotto».

Ed ecco che di fronte al misfatto arriva la presa di coscienza: «Provo profonda tristezza poiché pur comprendendo che era un cappotto di buona manifattura e un apprezzato brand LSpagnoli (Luisa, ndr), che qualcuno lo abbia RUBATO è davvero impensabile in un ambiente frequentato da Senatori, Deputati, Commessi, giornalisti». Ma la vita va avanti. E tocca correre qualche rischio. «Comunque quest’oggi ritorno a Montecitorio con un altro cappotto che rigorosamente consegnerò al guardaroba e presenzierò all’insediamento del PdR Sergio Mattarella», scrive la senatrice su Facebook.

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