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Blitz al ministero, quegli "ambientalisti" col salvacondotto per le loro violenze

Francesco Storace
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Ma è normale che non sia accaduto nulla dopo le violenze al ministero per la transizione ecologia? L’ambientalismo diventa il salvacondotto per non pagare col carcere veri e propri reati.  L’assalto di ieri nel palazzo ministeriale non è stato seguito da arresti. Eppure ci sono stati teppisti identificati, quelli che sono saliti ad un passo dall’ufficio del ministro Cingolani, hanno imbrattato tutto quello che trovavano, hanno spaventato i dipendenti con i loro schiamazzi, hanno fatto danni. Sembrava la Cgil.

Eppure i responsabili dell’azione violenta non finiscono in carcere. Ci sono stati un po’ di articoli, qualche dichiarazione di solidarietà alle vittime dell’agguato, ma Landini - ad esempio - si è scordato di convocare un comizio. Probabilmente non siamo alla vigilia delle elezioni. È molto grave la sottovalutazione collettiva di un assalto ad un ministero. È lo Stato che si arrende ai teppisti. È una resa alla legge della giungla.

 

La sinistra si riscalda nei salotti di Roma perché contro certo antagonismo non si può fiatare. Erano “dieci ragazzi” e siccome non si chiamavano né Roberto Fiore né Giuliano Castellino, nessuno ha pensato di fargli fare la stessa fine, reclusi in galera da ottobre. La giustizia non dovrebbe conoscere differenze, ma colpire tutti alla stessa maniera. Il ministro Cingolani - bontà sua - ha chiesto che tutti prendano le distanze da quanto accaduto. Noi osiamo sollecitare un po’ di più: se si commettano reati non certo insignificanti, dovrebbero essere puniti in maniera seria.  Invece, i delinquenti stanno ancora facendosi grasse risate a raccontare la loro smargiassata.

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