Il disagio mentale dilaga tra i giovani nell'era Covid. Raddoppiati i casi di depressione e ansia
La pandemia Covid ha causato un allarmante aumento della percentuale di giovanissimi che manifestano i segni di un disagio mentale. «Un’ampia metanalisi appena pubblicata su ‘Jama Pediatrics’, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80mila giovani, ha dimostrato che oggi 1 adolescente su 4 ha i sintomi clinici di depressione e 1 su 5 segni di un disturbo d’ansia: casi raddoppiati rispetto al periodo pre-pandemico, che comporterà un grosso carico negativo sulla salute futura degli adolescenti». Lo sottolineano gli esperti riuniti per il XXIII congresso nazionale virtuale della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf), al via oggi, discutendo i dati degli studi più recenti sull’argomento.
Dallo studio emerge che è in corso una crisi mondiale della salute mentale, anche e soprattutto fra i giovanissimi: l’incidenza di depressione e ansia fra gli adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia di Covid-19 e questo diffuso disagio mentale rischia di mettere una seria ipoteca sulla salute futura dei ragazzi. È stato evidenziato che i ragazzi più grandi, più dei bambini, hanno risentito delle restrizioni che non hanno consentito di vivere in serenità e assieme ai coetanei momenti fondamentali della crescita, dalle prime relazioni all’esame di maturità. Secondo la Sinpf, «tutto questo è confermato anche da un secondo studio, su 1500 bambini e adolescenti, pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. È stato infatti dimostrato che soffrire di depressione durante l’infanzia e l’adolescenza si associa da adulti a una salute peggiore, mentale e non solo, e a maggiori difficoltà nelle relazioni e nella vita in generale. Questo è vero - ricorda la Sinpf citando la ricerca - soprattutto per chi ha sofferto in maniera persistente di sintomi depressivi: essere costantemente ’sotto tonò, specialmente durante l’adolescenza, ha ripercussioni più negative di un singolo episodio depressivo anche molto precoce, se questo viene poi risolto».
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«Tutte le ricerche concordano: con la pandemia un’allarmante percentuale di giovanissimi sta manifestando i segni di un disagio mentale - spiega Claudio Mencacci, co-presidente della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia e direttore emerito di neuroscienze e salute mentale all’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano - I tassi di depressione e ansia che si registrano sono direttamente correlati alle restrizioni: si impennano cioè quando viene impedita la socialità, quando si deve tornare alla didattica a distanza, quando non si possono coltivare le relazioni con i coetanei che in adolescenza sono indispensabili. A pagare il prezzo più alto sono i ragazzi della scuola secondaria superiore, una fase essenziale per le nuove esperienze e per i primi traguardi: non vivere nella normalità ‘pietre miliari’ come l’esame di maturità o i primi amori per la psiche di un giovanissimo è assimilabile a un lutto e come tale può essere un fattore scatenante di ansia e depressione».
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